AVEZZANO – Non si placa l’assedio dell’opposizione consiliare ad Avezzano nei confronti della maggioranza De Angelis.
Con undici firme in calce, infatti, è stata presentata oggi, ufficialmente, la mozione di sfiducia nei confronti della Presidente del Consiglio Comunale di Avezzano, Iride Cosimati. La decisione era già stata ventilata domenica pomeriggio, subito dopo la seconda irregolare convocazione della Conferenza dei Capigruppo, avvenuta in difformità, secondo quanto sostenuto dall’opposizione, del Regolamento comunale e delle normative vigenti.
L’atto, protocollato stamattina in Comune, reca le firme, le riportiamo in ordine di successione sulla mozione, di Giovanni Di Pangrazio, Donato Aratari, Mario Babbo, Cristian Carpineta, Domenico Di Berardino, Maria Antonietta Dominici, Francesco Eligi, Gianfranco Gallese, Alessandro Pierleoni, Vincenzo Ridolfi e Roberto Verdecchia.
Nella mozione, che alleghiamo a fine articolo, i consiglieri di opposizione rilevano un comportamento di parte della Presidente del Consiglio, che invece dovrebbe agire a tutela e garanzia del buon funzionamento di tutto il Consiglio e nel rispetto di tutti i membri che ne fanno parte. Gli “undici” rievocano anche la vicenda dello scorso anno relativa alle surroghe seguite alla sentenza che sancì l’Anatra Zoppa. Per la precisione la lunga vicenda che riguardava innanzitutto una consigliera, poi subentrata e che, invece, fu lasciata fuori nonostante la stessa Prefettura, in una nota ufficiale, aveva sancito come si sarebbe dovuto procedere. Quell’atto, però, non fu reso pubblico e si proseguì in quella direzione sino a settembre dello scorso anno quando scattò, su decisione impositiva del Tar ad adempiere, la surroga come indicato dal Prefetto.
Ora, in sostanza, la questione si rinnova e si aggiunge un nuovo elemento. Secondo l’opposizione, infatti, la Cosimati non avrebbe reso nota una diffida ad approvare il Resoconto di bilancio 2018 entro 20 giorni (che alleghiamo anche questa a fine articolo) che sarebbe stata inviata e protocollata in Comune il 16 maggio. La Presidente, secondo quanto scritto dai consiglieri nella mozione, avrebbe notificato l’atto solo il 20 maggio e, cioè, dopo la doppia irregolare convocazione, andata a vuoto per l’azione degli stessi consiglieri di “minoranza”, del 18 e 19 maggio scorsi. Ma non finisce qui. Nella sfiducia, infatti, si fa riferimento anche alla mancata concessione della parola, sempre nella Capigruppo del 19 maggio, al consigliere Mario Babbo. Questi, non essendo ancora stata chiusa la seduta, aveva chiesto di intervenire, ma la Cosimati non gliel’ha consentito chiudendo la riunione in quel momento. Di qui anche la contestazione della violazione dell’art 97 della Costituzione “in quanto con il proprio comportamento ha dimostrato attenzione solo alle ragioni della politica di una parte che spesso non si sposano con quelle della buona amministrazione, della quale sono elemento essenziale l’imparzialità e il buon andamento”.
I firmatari della mozione, quindi, concludono ritenendo “che il comportamento, palesemente di parte, del Presidente del Consiglio nella persona della dr.ssa Iride Cosimati, oltre ad essere inadatto ad una gestione corretta delle sedute consiliari e delle commissioni non è conforme ai compiti istituzionali a cui è stata chiamata ad assolvere in qualità di garante dell’assise cittadina” e quindi, ritenuto che “non vi siano più le condizioni affinché l’attuale Presidente del Consiglio Comunale di Avezzano possa continuare a ricoprire il ruolo istituzionale che ricopre” per i motivi esposti nell’atto, “chiedono e formulano la “Mozione di Revoca = Sfiducia” al Presidente del Consiglio comunale Iride Cosimati e la revoca dell’incarico di Presidente del Consiglio Comunale con iscrizione all’ordine del prossimo Consiglio e con votazione nelle forme previste dal Tuel e dal regolamento Comunale e dalla Statuto”.
Per De Angelis ed i suoi, insomma, si apre quella che potremmo definire la loro “Battaglia della Ardenne” quella in Vallonia, nell’inverno del ’44/45, quando l’esercito teutonico tentò l’ultimo disperato argine all’avanzata degli Alleati verso la Germania. La storia racconta come finì. La nebbia che era scesa sulla Vallonia scomparve rapidamente. I tedeschi rimasero senza carburante e senza rifornimenti sotto i bombardamenti di aviazione e artiglieria Alleata. Da Bastogne, dove erano asserragliati resistendo all’attacco germanico, i generali americani Patton, Alexander e McAuliffe, contrattaccarono, sfondarono le linee tedesche e iniziarono la “passeggiata” verso Berlino.