MASSA D’ALBE – Sarà una giornata dedita al ricordo quella che vivrà la comunità di Massa d’Albe domenica 12 maggio in ricordo del 75^ anniversario del terribile bombardamento aereo che causò la morte di 41 vittime innocenti. Ad organizzare l’evento è stato il sindaco Nazzareno Lucci, gli amministratori comunali, il Tenente Colonnello (a riposo) e vice presidente della sezione Unuci di Avezzano Mario Salone ed un gruppo di cittadini della comunità di Massa d’Albe.
Le celebrazioni inizieranno alle ore 9,30 presso il cimitero dove verrà deposta una corona d’alloro sul monumento dedicato alla 41 vittime: alla cerimonia parteciperanno le autorità civili, religiose e militari con un piccolo picchetto militare in onore. Alle ore 10, in via Roma a ridosso della chiesa parrocchiale si raduneranno le autorità che, alle 10,30, partiranno alla volta di piazza del Municipio dove Mons. Pietro Santoro, vescovo di Avezzano, celebrerà una solenne Messa. Mentre alle ore 12 è previsto lo svelamento della targa che certifica il conferimento al Comune di Massa d’Albe, della Medaglia d’Argento al Valor Civile con il decreto 18 giugno 2002, del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Nel decreto possiamo leggere le seguenti motivazioni: “Comune scelto, all’indomani dell’armistizio, come sede del quartier generale della X Armata tedesca, subì due violentissimi bombardamenti che procuravano quarantuno vittime civili, fra cui sette bambini, e la quasi totale distruzione dell’abitato. Durante l’occupazione la popolazione offriva altresì un’ammirevole prova di generoso spirito di solidarietà, prodigandosi in aiuto dei numerosi prigionieri alleati fuggiti dai vicini campi di concentramento”.
Ricordiamo che il bombardamento alleato di Massa d’Albe avvenne il 12 maggio del 1944 in due ondate: la prima alle ore 8 con 56 fortezze volanti e alle ore 16 con 40 fortezze volanti. L’obiettivo era quello di distruggere il comando generale tedesco posto nel paese: l’obiettivo fu centrato. Oltre a colpire le forze del Reich, gli alleati piombarono violentemente sulla popolazione inerme e lo fecero con nuove bombe da 10 quintali ciascuna. Secondo alcune fonti, la maggior parte delle bombe – circa 450- caddero in periferia: se fossero cadute nel centro abitato, il paese non sarebbe esistito più. Morirono 41 persone innocenti: Don Vincenzo Di Giovambattista testimone oculare del fatto, affermò che l’esercito tedesco perse 200 uomini nel bombardamento.
«Le strade, ingombre di tegole, mattoni, calcinacci – ricorda don Vincenzo Di Giovambattista – e pietre, non erano più praticabili. Crateri immensi e orribili, aperti dalle bombe; carogne di animali e in qualche punto anche corpi di persone straziati, brandelli di membra, ciocche di capelli, e qualche lamento di feriti sotto le macerie. Non è possibile descrivere l’orrore di quel macabro spettacolo: in ogni angolo e in ogni via quelle bombe avevano lasciato il loro terribile marchio».