LECCE NE’ MARSI – Il FAI, fondo per l’ambiente italiano, gruppo della Marsica, organizza per domenica 5 maggio alle ore 17,30 presso la biblioteca Irti di Avezzano la conferenza “Lecce dei Marsi, l’antico insediamento”. La conversazione, volta a far conoscere una piccola perla d’Abruzzo dalla storia millenaria, purtroppo non particolarmente nota, sarà tenuta dall’Archeologo Andrea Innocenzi.
Con questo appuntamento il FAI Marsica continua la propria opera di divulgazione e valorizzazione del territorio di riferimento, puntando i riflettori su bellezze a volte nascoste, ma pur sempre straordinarie.
«Il nucleo originario fu certamente l’antica “Litium” situata nel territorio dei Marsi, popolo italico che abitò la regione posta tutt’intorno al lago del Fucino. Lecce sarebbe risorta in epoca longobarda, dopo la distruzione dell’antico castello marso durante la guerra sociale detta anche “guerra Marsica”, combattuta dagli italici contro i romani. Era costituita, come molti altri centri marsicani, da vari casali che col tempo confluirono nel nucleo principale. Le prime tracce del nome delle sue località e delle sue chiese si trovano nella Bolla di Papa Clemente III(anno 1188). Nel prezioso documento figurano le chiese dedicate a Santa Maria e San Pietro, appartenenti all’antico castello Licio, e i tre castelli di Macrano, Agne ed Angre.
Dati più certi si riferiscono al XV secolo. Lecce, chiamata nel medioevo Licine (o Liciae), figurava tra i castelli del “comitatus Celani”, ovvero la contea di Celano. Il paese, infatti, fu soggetto come quasi tutti gli altri centri del territorio fucense ad Odoardo Colonna e a sua moglie Covella. Nel XVI secolo anche Lecce passò sotto il controllo dei Piccolomini. La chiesa di San Pietro, abbandonata e quasi distrutta all’epoca della peste del 1656, negli anni immediatamente successivi “fu ricostruita per voto sotto il titolo di Sant’Elia”, stando a quanto scritto dal famoso storico Pietro Antonio Corsignani. La chiesa di San Martino, invece, posta nell’antico borgo montano di Agne (corrispondente o alla località di Taroti o a quella di Castelluccio), surrogata all’antica chiesa parrocchiale di Santa Maria, ottenne da Urbano VIII il privilegio di indulgenze speciali per chi visitasse i suoi sette altari. In epoca moderna il paese è stato devastato dal terremoto della Marsica del 1915. Anch’esso, come tutti i centri marsicani colpiti dal sisma, è stato ricostruito». (fonte Wikipedia)