AVEZZANO – Quando diciamo “cosmo” intendiamo l’universo, ovvero lo spazio coi corpi celesti, specialmente in quanto complesso armonico e ordinato (contrapposto al caos nella cosmogonia degli antichi Greci), ma in realtà il cosmo può essere assai di più: è la totalità!
Similmente, è per i microcosmi, ovvero lo totalità di un ambiente minimo che, tuttavia, ha le caratteristiche di un universo, minore, dove possono anche vivere una molteplicità di persone con le loro storie. E’ così per la ristampa, fatta dal Corriere della Sera (se non erriamo), del testo di Claudio Magris che è in edicola, “Microcosmi” per l’appunto. Un libro di confine, scritto da un Uomo, triestino, che vive su un confine che fino a pochi decenni orsono era il confine col “nemico”. La Prima, ma ancor più la Seconda Guerra Mondiale, avevano tracciato una demarcazione oltre la quale stava il mondo Balcanico, sempre in un roibollire di conflitti e contrapposizioni mai sopite davvero. “Leggendo questo libro si assapora il gusto confortante delle cose che si riincontrano con il ripetersi di un viaggio già fatto…” così leggiamo in una critica di prefazione alla presentazione del libro e scopriamo il gusto di un libro che ridisegna anche delle storie interiori.
La stessa contrapposizione fra cosmo e microcosmo si ritrova nel romanzo storico ove si vivono episodi di “historia minor” inquadrati nel più vasto affresco della “historia major” ed è così dal primo romanzo storico letto da ragazzi, magari “I Tre Moschettieri” dove in fondo i “minor” stanno a contatto davvero con i major come Re Luigi XIII, Anna d’Austria, Lord Buckingham, Richelieu ed hanno essi stessi segrete grandezze come il Conte de La Fere, Aramis- alias il Generale dei Gesuiti o lo stesso d’Artagnan, realmente esistito, e che avrebbe infine avuto le insegne di Maresciallo di Francia con Turenne, morendo subito poi.
Minor erano Renzo e Lucia nel grande affresco manzoniano in quel ‘600 carico di eventi di guerre e di malattie e di dominazione cieca come quella spagnola, della quale la “Colonna Infame” è anche sintesi.
Ma lo sono anche Adso da Melk e Guglielmo da Baskerville del “Nome della Rosa”: personaggi inventati che riecheggiano altri personaggi ben più grandi e reali.
Grazie ad esso, a questo romanzo a molti possibili livelli di lettura, è ripartita la tradizione italiana del romanzo storico.
In fondo, il romanzo storico ha un grosso merito: fa riscoprire la storia e l’interesse per fare i conti col passato, cosa nella quale non siamo mai molto preparati…
Tutto questo in attesa del prossimo volume di Emma Pomilio…
Esso ci accompagnerà nella prossima estate!