MAGLIANO DEI MARSI – Con la solenne celebrazione eucaristica del Giovedì Santo – giorno in cui la chiesa cattolica ricorda l’istituzione dell’Eucarestia- si sono aperti, anche nel grazioso centro di Magliano, i riti legati alla settimana santa. Successivamente alla Messa, presieduta dal parroco, don Patrizio Ciccone, in cui si è svolta la lavanda dei piedi: i partecipanti alla funzione religiosa si sono diretti verso la graziosa ed antica chiesa di Santa Maria di Loreto dove è stato allestito l’Altare della Reposizione meglio conosciuto come “il sepolcro”.
Tema scelto quest’anno è legato al brano evangelico del capitolo 15 versetto 1 del vangelo di Giovani: ovvero l’episodio della vite e dei tralci. Sopra il presbiterio della chiesa in questione è stato ricreato un finto vigneto e sull’altare un tronetto mette al centro il Santissimo Sacramento. A realizzare tale opera d’arte è stato Adelmo Di Felice con la partecipazione di alcuni maglianesi.
«Sono quasi 35 anni – afferma Adelmo Di Felice – che realizziamo, in modo solenne, l’Altare della Reposizione. Tema scelto quest’anno, anche grazie alla collaborazione del parroco, è l’episodio giovanneo in cui si ricorda la metafora della vite e dei tralci. In qualche modo abbiamo avuto l’idea di ricreare un vigneto posto davanti all’altare dove quotidianamente, il pane ed il vino vengono consacrati. Una scelta diversa dall’anno scorso, in cui si è prediletto l’evento del sinodo dei vescovi sui giovani. Io spero che questo Altare della Reposizione sia un mezzo che porti il popolo maglianese alla riscoperta della bellezza della fede».
Il Venerdì Santo, giorno in cui la liturgia ricorda la morte del Signore, la comunità maglianese la vive con un propria religiosità ben sviluppata nel corso della storia. Nel primo pomeriggio è andata in scena, presso la parrocchia di Santa Lucia, la cosiddetta “messa pazza” ovvero l’azione liturgica in cui di ricorda la passione di Cristo: successivamente si è svolta la processione. Canonicamente tale processione segue tre tappe: l’antica parrocchia di Santa Maria ad Nives, il convento di San Domenico ed il centro città. Ma cuore fondamentale della tradizione maglianese del venerdì santo è il canto della desolata: l’atmosfera notturna ricrea lo stato d’animo della Madonna nei momenti successivi alla morte del Figlio. Il canto della desolata a Magliano, è da datarsi intorno all’inizio del ‘900 anche se testi in questione sono molto più antichi. Composto da sette considerazioni in cui viene ricreato tramite l’alternarsi di voci narranti e canti il dolore della Madonna per la morte del Figlio: ogni considerazione si conclude con il ritornello “O Madre desolata, ti sia l’anima mia raccomandata”. Quest’anno il canto della desolata è stato arricchito anche dalla stupenda voce del maestro Angelo Giovannini.
Il silenzio del Sabato Santo è preludio alla grande gioia che deriva dalla Pasqua del Signore che la comunità di Magliano si appresterà a vivere con gioia, ma soprattutto con un piede nella tradizione, che sia culturale oppure gastronomica.