AVEZZANO – Una serata trascorsa in ospedale tra PS e OBI consente di mettere a punto numerose questioni relative al funzionamento dell’Ospedale di Avezzano e della sua porta di accesso, ovvero il Pronto Soccorso (PS).
C’è la possibilità di analizzare le professionalità presenti, in verità elevate (sia tra il personale del triage, che quello medico, con qualche caduta in quello infermieristico di contorno, fortunatamente legato a pochissime unità operative), e quelle di servizio della struttura, ovvero la capacità in termini di numero di persone accolte e servite e sulla già accennata incapacità di gestire le code quando il tasso di servizio (ovvero il numero di persone servite nell’ora) giunge a essere dello stesso livello del tasso di arrivo delle richieste di servizio o del permanere insolute di quelle già avviate.
Giunge un paziente, sono le ore 19,30 circa del 3 di aprile 2019, con possibile trauma cranico, cardiopatico e in trattamento con anticoagulanti. Il personale di triage, dopo un primo rapido ed efficientissimo controllo (misura della pressione, battito, etc.), fissa le caratteristiche del paziente come “codice giallo” e lo mette in attesa. Procedura di accesso al triage e classificazione della durata di 10 min, successiva attesa di 20 min, ovvero il tempo che si liberi la sala 1. Visita, con anamnesi del paziente, registrazione successiva (la terapia domiciliare non è stata trasferita nel sistema gestionale informativo forse per un problema del software che ha difficoltà, se non impossibilità, di attingere dal database delle cartelle sanitarie dell’Ospedale), prime medicazioni di alcune lesioni traumatiche, prelievi ematici per esami ed avvio alla unità per la TAC altri 20 min (sono trascorsi 50 min dall’arrivo al triage di accettazione). Rapida esecuzione della TAC (l’esito è negativo ma si deve attendere la stesura del referto) ed il paziente torna al PS e va in attesa: dall’arrivo al triage sono trascorsi 65 min e mancano solo i risultati degli esami ematici. Da questo momento inizia l’attesa della fase successiva: alle 01,00, il medico, dopo diversi solleciti, richiamando il paziente fissa la necessità del ricovero presso l’OBI come da corretta procedura nel caso di traumi cranici per pazienti anziani. Alle 01,30 il paziente arriva finalmente all’OBI dove viene sistemato per quanto necessario.
L’azione all’OBI ed in molte fasi descritte in precedenza è stata svolta con competenza e professionalità notevoli, ma il raccordo fra le fasi è risultato carente, anche perché durante l’attesa si sono create le condizioni di “coda di lunghezza infinita” che aprono il passo al “blocco del sistema”. Infatti, nella sala di attesa-interna del PS si accumulano ben cinque pazienti con codice “giallo” e quattro con “verde”. La causa immediata sembrerebbe essere stata “il cambio di turno”, definito “sempre critico”, in realtà è mancata la decisione di avviare rapidamente i pazienti “giallo” alla soluzione, intervallando un paziente “verde” tra l’uno e l’altro “giallo”, soprattutto tra quelli che dovevano comunque attendere qualche report o segnalazione.
Nei grafici successivi c’è la descrizione dell’andamento ricostruito degli arrivi e delle presenze nella sala di attesa esterna in corrispondenza delle ore 01,45 del giorno 3 aprile, delle ore 13,30, 14,30, 20,30 e 21,45 del giorno 4 aprile e delle ore 13,45 e 15,30 del giorno 5 aprile a dimostrare che esiste la possibilità di studiare il sistema e stabilire delle possibili procedure gestionali ottimali.
Il cambio del turno è apparso essere possibile causa di disfunzioni dell’intero sistema perché si presenta più o meno in corrispondenza dell’elevarsi del tasso di arrivo e, comunque, se fosse reso disaccoppiato rispetto alle diverse professionalità consentirebbe un controllo maggiore.
E’ di nuovo apparsa chiara l’insufficienza di posti letto nei reparti e anche all’OBI che obbliga i medici del PS a lunghe attese alla ricerca di posti liberi, e questo è un problema di programmazione più “politico” che va al di là delle possibilità gestionali-decisionali del PS e della sua aggiunta operativa costituita dall’OBI. Manca un controllo della “coda delle attese” che, forse, in assistenza ai medici potrebbe essere gestita dal personale di triage che potrebbe avere in continuo il “polso della situazione”.
Nella immagine il diagramma che indica il tasso di servizio che la struttura può offrire e quello di arrivi di richieste che genera la congestione.