AVEZZANO – All’Hotel de Ville si parla, sovente, della “Città bella”… Ma alla fine, i distratti cittadini di questa Città cosa vedono davvero? Hanno una idea della loro Città per poter distinguere cosa la faccia bella e cosa no?
Allora, nell’interesse di tutti, cominciamo una sorta di esplorazione della “Città Invisibile”, ovvero di quella “Città Antica” che sopravvive tuttora come emergenze più o meno nascoste oppure, ancora, sottolineate da sovrapposizioni operate negli anni.
La prima immagine è quella di una Avezzano ottocentesca, tratta dallo studio di Maurizia Mastroddi sulla Città stessa.
Come si vede la Città è incentrata tra Castello e Villa Torlonia. Nella immagine che segue, ovvero una piantina del 1907 estratta dall’archivio IGM, sono state aggiunte dal sottoscritto alcune linee che sottolineano gli assi viari.
Nella immagine ancora successiva, sono stati sottolineati gli assi viari e prospettici direttamente sulla veduta aerea del dirigibile della RMMI (fine 1915 o 1916).
Nella ulteriore immagine, sulla pianta del 1907, abbiamo voluto riportare alcuni assi viari principali e le prospettive attuali.
Tali assi costituiscono delle prospettive visuali che descrivono la Città come ancor meglio si evince dalla immagine che segue che risulta dalla sovrapposizione della vecchia mappa con l’attuale, operata a suo tempo da Maurizia Mastroddi.
Chiaramente si evince subito che le due Città sono finite a coincidere fra loro in una qualche maniera e dalla immagine che segue, si può trarre anche un utile confronto con la pianta del 1907, con la dimostrazione che l’Ing. Bultrini, estensore del Piano della Ricostruzione post-sisma del 1915, abbia creato davvero un legame fortissimo con la “Città vulnerata” che divenne allora la “Città Invisibile” che rintracciamo oggi.
Quest’ultima immagine consente di meglio apprezzare il legame che esiste fra le grandi vie prospettiche della Città atte a costruire, nello pseudo-diamante di Bultrini, una Città fondata su una sorta di cardo e decumano o meglio un decumano major ed uno minor con altri collegamenti simili.
Il progetto della Piazza (quello che si vede nella immagine del disegno) non va definito brutto, che anzi non lo è di certo per certi versi (a parte l’idea alquanto impropria di cristallizzare l’evento dell’attimo del sisma per l’eternità nel centro storico della Città), ma decontestualizzato in quanto non tiene conto di quelle visioni prospettiche che, in qualche modo, interrompe impedendo a Via Corradini e al Corso della Libertà, che prosegue con il Corso Marconi, di realizzare quella visione prospettica che molte Città invidierebbero. Di fatto ed in sostanza viene introdotta una alterazione prospettica della Città che interrompe la direttrice, prospettica per l’appunto, del diametro principale Nord-Sud. Il fatto dimostra che gli estensori sembrano non aver attentamente valutato le caratteristiche di sviluppo della pianta cittadina e le sue ragioni. Si tratta, dunque, di un intervento che anche se avesse una sua bellezza intrinseca, e non si sta dicendo che non l’abbia, è decontestualizzato rispetto alla significanza storica di quell’asse ed alla sua funzione.
Absit iniuria verbis.