AVEZZANO – Le imposizioni, da sempre, non sono propriamente democratiche e quando ad indicarle è un’Amministrazione la cosa diventa quanto meno discutibile.
È ciò che è accaduto nei mesi scorsi con lo spostamento del mercato nella zona nord, Campana della Pace che dir si voglia, contro il volere della quasi totalità degli ambulanti e perché no, dei consumatori.
Nei giorni scorsi, attraverso il nostro giornale, è stata avviata una petizione online che ha visto raggiungere, ad oggi, 600 firme a favore degli ambulanti, cioè per il ritorno del mercato in centro.
Ma per far partecipare tutta la cittadinanza serviva qualcosa in più e stamane, alla buon’ora, gli ambulanti hanno preso in mano la situazione, dando il via ad una raccolta firme vera e propria, in modo da rispondere alle scelte impopolari cadute dall’alto e per le quali gli stessi stanno pagando le conseguenze ormai da mesi.
Oggi, a rispondere agli appelli dello staff del Sindaco che ogni sabato sui social si preoccupa di invitare la gente a partecipare al mercato di Avezzano con slogan del tipo “sole, cuore e amore”, c’erano loro, i protagonisti, che con il supporto della gente, nella maggior parte dei casi arrivata al mercato solo per sottoscrivere la petizione, hanno cominciato a raccogliere le firme contro lo spostamento “forzato” nella zona nord di Avezzano.
E cosa c’è di più democratico di una raccolta firme?
È sembrato di assistere ad un vero e proprio referendum con 2 (due) banchi posti a nord e a sud del mercato che facevano da “cabine elettorali” ed hanno consentito a tutti coloro che avessero voluto partecipare, vuoi per una passeggiata al mercato e vuoi esclusivamente per sottoscrivere la petizione, di raggiungere facilmente i punti dove poter firmare.
Abbiamo assistito a persone che chiedevano spontaneamente di poter firmare e che si intrattenevano con gli organizzatori della petizione per capire le vere ragioni di questo spostamento per tutti incomprensibile.
L’impegno profuso dagli ambulanti, per rispondere in modo democratico alle scelte imposte loro da chi ormai pensa di fare e disfare a proprio piacimento, è stato encomiabile.
Le firme raccolte nella sola mattinata di oggi sono state circa 800 ma gli organizzatori ci hanno comunicato che la petizione continuerà nei prossimi giorni e potrebbe concludersi sabato prossimo con una seconda giornata di petizione al mercato.
La cosa singolare è che proprio oggi, da Piazza della Repubblica non erano presenti i soliti inviati che scattavano le solite foto poco veritiere per convincere, non si sa bene chi e che cosa, forse loro stessi, che il mercato funzionasse e che tutti fossero felici della location.
Così non è, e a dirlo non siamo noi, ma i diretti interessati che ormai da tempo continuano a vedere i loro incassi in caduta libera.
Noi sosteniamo da sempre la tesi degli ambulanti e invitiamo chiunque avesse la possibilità di farlo, di sottoscrivere la nostra petizione online o in alternativa quella cartacea proposta dagli ambulanti stessi e che sarà possibile trovare nelle attività di quel che rimane del centro cittadino, sempre se riuscirete a raggiungerle senza dover passare tra le macerie di quelle che sembra una città bombardata.
Da questa giornata sembra difficile pensare che il mercato cittadino possa rimanere ancora per molto nella location attuale e ciò perché il popolo, che in ogni democrazia è sovrano, ha fatto intendere di stare chiaramente dalla parte degli ambulanti, stufi, come gli stessi cittadini, di subire le scelte di chi è indifferente al pensiero altrui.
Quello che è accaduto oggi ha, in un certo qual modo, anche una valenza politica poiché da quanto abbiamo potuto constatare, si evince il malcontento di una città che non supporta, bensì sopporta ed è stanca di un’Amministrazione che continua nell’opera di stravolgimento di una città che bella non lo è più, sotto ogni punto di vista.
Una considerazione deve essere fatta; perché insistere su delle scelte che nessuna delle persone che le subisce condivide ed andare contro, ad ogni costo, il volere di chi ha investito sul proprio futuro?
Tornare sulle proprie scelte e rendersi conto di aver sbagliato, a volte, può essere meno nocivo, per se stessi e per il prossimo.
Ad maiora!