AVEZZANO – Negare, negare, negare sempre, anche contro ogni evidenza. Questo è il comandamento principe degli adulteri incalliti. Ma lo è anche di chi spesso nega l’evidenza, non perché non abbia contezza della realtà, ma semplicemente per personale incallimento.
Il problema di Avezzano è proprio in questo, o meglio in questo atteggiamento del sindaco pro tempore e attualmente ancora in carica, che non vuole in alcun modo prestare attenzione alle crescenti voci di dissenso sul suo operato.
Multe a gogò sotto il T-Red, il semaforo di via XX Settembre non il dinosauro, con tanto di punti-patente decurtati, class action in vista, centro devastato da lavori tanto inutili quanto rinviabili di qualche settimana, giusto per scongiurare altri danni al commercio, un mercato spostato in una zona a dir poco improponibile, una pista ciclabile dal disegno enigmatico e dall’utilità di massa al momento inesplicata, un parchetto giochi, a nord di Avezzano, che dovrebbe costituire una sorta di richiamo turistico senza pensare che intorno a noi, a pochi chilometri, ce ne sono tantissimi, noti ed avviati. Roma, Pescara e Napoli tanto per dire.
Ma ciò che proprio questo sindaco e questa Amministrazione non vogliono vedere, è il risultato complessivo di queste azioni. La città è irriconoscibile, ma in senso negativo. I luoghi dell’identità, della memoria, della storia avezzanese, benché ancora fragili a causa del sisma di un secolo fa, ma che andavano ormai a delinearsi, riconosciuti anche dalle nuove generazioni, seppure con i loro metodi e sistemi, sono stati stravolti, cancellati, trasformati in qualcosa che non potranno essere mai.
Inutile e puerile fare le foto ad effetto per dimostrare l’indimostrabile, il giochetto è noto e soprattutto gli avezzanesi hanno occhi per vedere e un cervello per capire. Inutile propagandare il vuoto per pieno, non funziona. E poi, questa smania da “Zona Nord, dove peraltro si concentrano grandi progetti, ma non si fanno opere di minore visibilità, ma di maggiore urgenza ed utilità come il rifacimento di strade e marciapiedi, il posizionamento di cestini per le cartacce, l’installazione di telecamere e fototrappole contro malviventi e “lanciatori” di monnezza, nonché una implementazione della pubblica illuminazione, cosa nasconde? Forse uno spostamento del centro a nord? Già si parla, da tempo, della realizzazione di una sorta di “Twin Towers” subito dopo il Commissariato di Ps, a due passi dalla semivuota Galleria Kennedy e sul fronte opposto rispetto al complesso di via Cassinelli rimasto a metà proprio per mancanza di umani interessati. Da più parti si parla di parchi commerciali o comunque grandi complessi che dovrebbero arrivare a nord. Insomma, tutto farebbe pensare ad un’escalation di iniziative al nord di Avezzano, fra queste lo spostamento degli uffici comunali nell’attuale “scatolone vuoto” vicino alla chiesa dello Spirito Santo, nonché la chiusura delle scuole trasferite in via Puglie, e una progressiva penalizzazione del centro che dovrebbe diventare una zona desertica ma elegante.
Nonostante critiche ed opposizioni, il sindaco non ascolta, non cede, non discute, va avanti causando ad ogni discussione un effetto bradisismo nel rapporto con la città. Una città che, in gran parte, è ormai scollata da lui e dai suoi e, soprattutto, dalle sue scelte. Il problema è che insieme a questo scollamento, avanza il senso di non appartenenza, di non riconoscibilità della città da parte dei suoi cittadini, una estraneità che sta accelerando il bradisismo politico e sociale ad Avezzano. Ma il sindaco sa come rispondere a tutto ciò e pertanto contrattacca e coinvolge i più piccoli. Il 10 aprile prossimo, in Municipio, arriveranno le classi IV delle scuole elementari della città. Se pensate che potranno dire la loro, ve lo diciamo subito, non è così. Dovranno dar vita ad un concorso, che però sarà bandito dopo il suo inizio, per trovare il nome al parchetto del T-Rex & Company.
Noi la quarta elementare l’abbiamo fatta da tempo, anche se qualche assessore non ne è pienamente convinto, ma un contributo lo diamo lo stesso. Vista la situazione lo si potrebbe chiamare “Il Parco del Comandante”.
Un po’ come le Piramidi, l’Ara Pacis e il Mausoleo di Lenin.