AVEZZANO – La street photography ha un grande pregio: mostra le cose come sono quando sono… Così era ieri mattina al mercato.
Gesti scaramantici ai primi acquisti perché ormai gli ambulanti non sanno mai se la giornata sarà più o meno appagante o anche solo soddisfacente! Ore 9,00: due immagini che mostrano l’arrivo della gente al mercato. Alcuni ambulanti si chiedono perché debbano sopportare tutte le limitazioni poste dalla Amministrazione e perché il Primo Cittadino non sia mai venuto a vedere le loro difficoltà. Uno che da poco è venuto ad Avezzano afferma: “Sono arrivato che il mercato era già stato trasferito! Mi dicevano che Avezzano era una buona piazza… Ma finora non so! Non credo che continuerò se arrivando anche la buona stagione resterà tutto così… C’è poco movimento…” Un altro, Maurizio, dice: Sono in giro tutta la settimana e, in genere prima, al sabato riuscivo a completare bene… Ma ora si va al pareggio se va bene…” Vincenzo: “Quando tira vento da queste parti ci son problemi coi teloni…Spesso siamo a rischio…” Un altro ancora: “L’assessore Casciere sembrava aver compreso come stessero davvero le cose…Ma l’Amministrazione va avanti così…Noi siamo penalizzati…Spesso non arrivo a fare 500 euro, mentre prima li superavo benissimo…” Uno che vende accessori per elettrodomestici: “A Sora, Cassino, anche Celano, non ho problemi, anzi…Ma qui s’è perduto l’afflusso alla parte del mercato più tecnico e specializzato… C’era quello che vendeva biancheria intima e abiti femminili di qualità, al sabato c’era un gran viavai ed ora non più…Quello che vende abbigliamento sportivo, pantaloni per il tempo libero ha mantenuto solo la clientela più affezionata…Ma qui andiamo a morire…”
E così altri. Qualcuno non vuole essere nominato perché teme di essere poi additato. Qualcuno arriva ad imprecare.
Abbiamo intercettato una signora anziana (82 anni) con sua figlia (47) dice: “Abito a San Nicola, prima uscivo di casa verso le 10 e facevo una camminata al mercato… Andavo a comprarmi qualcosa che serviva per casa… Era interessante anche perché c’era quello delle scarpe e quello che vendeva biancheria intima con grandi taglie…Qui non li ho più trovati…Poi c’era Venditti e riportavo a casa la porchetta! Mia figlia ha i turni in ospedale, quando il sabato mattina lavora non ho nessuno che mi porti in macchina qui sopra…La SCAV! Oh, Signore mio…E quando passano?” Intercettiamo anche due ragazze abbastanza giovani (22 e 27 anni), dicono: “Beh, al sabato venivamo al mercato per trovare qualcosa da mettere di nuovo per la serata…”.
È un piccolo report questo, fatto con una serie volante di interviste, più che altro impressioni fissate attraverso le parole di persone che stanno al mercato o vanno al mercato. Il venditore di cappelli e borse con rassegnata espressione sistema la sua merce sul banco, quello che vende pantaloni sportivi sistema meglio le cose in attesa e gironzola scambiando idee con i vicini, mostra allegria perché è una persona ottimista. Poco più in là uno che vende abbigliamento guarda sconsolato i pochi passanti. Quello che vende accessori per elettrodomestici scuote il capo: anche stamattina le signore del Folletto non si son fatte vedere… Passa la Pattuglia, passa un cagnolino anche lui va di corsa. All’angolo di Via Kolbe una vettura passa piano piano: una madre deve forse portare a scuola una bambina… È in ritardo! La fan passare… Fai quattro passi e scopri che c’è un bancone in meno stamani…
Un’altra “broken arrow”: il mercato sta morendo, ma all’Hotel de Ville pensano solo a pedonalizzare… Parafrasando il grande Sachem dei Dakota diremmo: «Quando avrete pedonalizzato l’ultima strada, quando avrete spostato fuori del centro l’ultimo bancone, quando avrete, secondo la vostra idea, abbellito la città, vi accorgerete che avrete creato solo il deserto della vostra illusione di aver avuto il potere di fare le cose…».
Dalla trincea vi ha parlato quello che un tempo sarebbe stato definito “Ruggiero Orlando”…
Absit iniuria verbis