AVEZZANO – Sabato 23 marzo 2019, ore 17,30 si cerca di parcheggiare vicino la Cattedrale. Il posto c’è ma su tre parcometri dislocati, due su Via Marconi ed uno su Via Cataldi è impossibile registrare la sosta ed avere il ticket… Infatti, due di essi prendono soldi ma non rilasciano lo scontrino (unico dimostrativo abilitante del pagamento effettuato) ed il terzo è fuori servizio…Intanto l’incasso c’è stato ma non la dimostrazione dello stesso!
Sempre Avezzano, domenica precedente, 17 marzo, ore 17,50: per andare dall’incrocio tra Via Garibaldi, su Via Corradini, e fino a quello con Via Mazzini sono stati necessari 25 minuti… Non c’era l’isola pedonale ma l’esistenza del tratto bloccato davanti alla fontana ha creato una disfunzione notevole, senza peraltro far null’altro che sembra essere buono: quasi nessuno stava in quella zona… Circolazione difficile, ma non solo al sabato o alla domenica o alla sera o al mattino, nell’ora di punta, ma più o meno sempre grazie al “merry go round” (felice vo in giro oppure buon giro – alle possibili traduzioni…) il segnale di stop su Via Trieste all’angolo con Via Diaz provoca macelli di ogni genere oltre a rischi di accidenti per via del fatto che su Via Trieste si tende a ignorare il famoso “segnale ottagonale”…
Esiste l’idea di pedonalizzare il centro città, idea molto radical chic in verità! Sì, può essere indubbiamente cosa buona diminuire il traffico, ma la cosa va fatta “cum grano salis” perché questa è pur sempre la Città con oltre sessantamila veicoli circolanti e 44.000 abitanti che convergono comunque sul Centro per mille attività. È facile avere la visione di aree pedonalizzate stando su nella rocca, nella torre d’avorio o sfumacchiando il sigaro dal barbiere e dal giornalaio ed enunciare piani traffico fantasmagorici e pensando così di far la “Città Bella”…
La Città Bella si fa con lo studio urbanistico de fatti e poi, semmai, con la ricerca di un concept da sviluppare, ma ben sapendo ciò che si fa o si vuol fare ed avendo, questo sì, chiara l’idea dell’impatto che le azioni progettate avranno sulla Città… Non credo che per la pista ciclabile ciò sia stato fatto e quindi possiamo immaginare il resto… Ora, è stata avanzata un’idea, ovvero quella di creare un parcheggio multipiano in struttura metallica, al posto dell’edificio dismesso della Clinica Santa Maria (o Lacovara per chi la ricorda diversamente), la clinica distrutta dalla famosa vicenda sulla sanità regionale abruzzese di qualche anno fa! Di per sé l’idea potrebbe anche avere un senso, ma si ritorna al problema della accessibilità alla zona, della gestibilità dei flussi in ingresso e recesso e, in ultima analisi, col fatto comunque che la viabilità sulla quale si inserirebbe l’intervento ha dei raccordi che andrebbero esaminati con maggiore attenzione perché in quello snodo di traffico, ora si non si parcheggia più come un tempo perché esiste il passaggio di autobus che prima non c’era… In fondo, ed è questa la dimostrazione, quando si opera su un sistema complesso come quello urbano, l’analisi di impatto va fatta prima e non dopo che le azioni siano state poste in essere…
Uno degli incroci nominati (Immagine di repertorio)
Immagine del progetto di pedonalizzazione… (con una chiosa…)
Ora la Giunta può pensare ciò che vuole e fare, indubbiamente, ciò che vuole ma non per questo è che la Città divien più bella… Già c’è stata una “broken arrow” (messaggio in codice che indica la distruzione di qualcosa – e pensiamo all’edificio Liberty di Via Crispi), ora ci potrebbero essere nuovi disastri e tutto perché, qualcuno, che magari neanche gira per il centro cittadino, quello storico, ha deciso che vuole fare la “città pedonale”…
L’urbanistica e la scienza della Città non si applicano così! Ma tant’è: quando avranno distrutto l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero e mangiato l’ultimo pesce, sapranno che non potranno mangiare il loro sudicio denaro… (parafrasi di un detto del sachem dei Sioux Hunkpapa). Forse ci si dovrebbe interrogare meglio, e dovrebbero farlo non solo quelli che amano parlar della Città che non frequentano poi appieno…
Absit iniuria verbis