AVEZZANO – Addio del manager Asl Tordera alla sanità aquilomarsopeligna, c’è in Marsica chi non nasconde un certo sollievo. E siamo sicuri che non sarà l’unico e solo. Ad esprimere la sua massima soddisfazione per la partenza dell’ex Dg Asl, è Mario Casale, rappresentate di LeU Avezzano, Liberi e Uguali, nonché professore ed ex assessore nella Giunta municipale guidata dal Sindaco di Avezzano, Professor Mario Spallone. Casale, che ovviamente non parla per antipatia personale, sciorina in una nota tutte le manchevolezze, e carenze, i problemi non risolti, le disfunzioni ed i disservizi che la gestione Tordera lascia dietro di sé. Una gestione caratterizzata da annunci, tanti, a fronte di nessuna o pochissime realizzazioni.
Questa la nota di Casale: «Il manager Tordera se ne va? Una buona notizia per la sanità in Marsica. Infatti la sua gestione è stata caratterizzata costantemente da una valorizzazione delle eccellenze aquilane, con una emarginazione a volte umiliante degli altri territori (dai robot, alla terapia del dolore al reparto maternità…) che politicamente ha contribuito alla vittoria della destra estrema ad Aquila e in Regione (ad Avezzano ci siamo portati avanti con il massimo dell’intelligenza concentrato nella figura del Sindaco che per legge una volta era il responsabile della sanità marsicana).
Peraltro in un contesto regionale, dopo l’uscita dal commissariamento, in cui le indicazioni e le azioni del piano di riqualificazione del SSR 2016 hanno consentito obiettivamente miglioramenti di livelli essenziali di assistenza, secondo gli indicatori del Patto per la Salute e della commissione di governo per i piani di rientro.
Ciò, comunque, non basta.
Restano problemi da affrontare nella rete ospedaliera, nella medicina del territorio e nella riabilitazione.
Permane pericolosamente la disfunzione nei pronti soccorsi ospedalieri, dai gravi infortuni sul lavoro, alle liste di attesa per prestazioni diagnostiche e alla mancata presa in carico per la riabilitazione ambulatoriale e residenziale.
Ma il disagio maggiore per gli utenti è rappresentato dalle liste di attesa (mesi ma anche qualche anno) insopportabili per qualsiasi paziente.
Secondo il mio modestissimo parere l’attività intramoenia di gran parte dei medici fa lievitare in maniera spropositata le liste di attesa; se si abolisse l’intramoenia (come prospetta già la Regione Toscana) i medici ospedalieri per scelta pubblica sarebbero in grado di annullare o quasi le liste di attesa e di ridurre i costi a carico di pazienti (e Regione), costretti a rivolgersi al “privato”, per accelerare i tempi per le prestazioni diagnostiche richieste.
Infine una politica per riorganizzare i servizi e le attività, privilegiando l’assistenza sanitaria territoriale e di base, soprattutto per le malattie croniche e per gli anziani, svuotando gli ospedali di ricoveri impropri, rafforzando invece la presenza di operatori in oncologia e geriatria, reparti in cui è assolutamente necessario un intervento di potenziamento strutturale in grado di ottenere un livello di qualità consono all’impegno profuso dagli operatori.
In buona sostanza una integrazione socio sanitaria più moderna ed efficiente permette una ottimizzazione di risorse per curare anziani, disabili, minori in difficoltà, stranieri extracomunitari.
Una sanità moderna organizzata su valutazioni epidemiologiche e di esiti, superando interessi di parte e campanilismi ancora attuali, purtroppo.
Infine la sanità pubblica, che già offre tanto, deve poter offrire di più e meglio, con umanizzazione, personalizzazione degli interventi, flessibilità operativa e organizzativa.
Ma in tutto questo “che ci azzecca” il manager uscente? E la maggioranza regionale entrante?
Se penso che a Roma, all’Aquila e ad Avezzano dominano idee e persone di destra, di chi chiude i porti e riapre le case chiuse, di chi pensa che la democrazia sia on line senza le persone in carne, ossa e pensiero, di chi pensa ad abbellire la città spostando mercati, devastando il centro con piste ciclabili inutilizzate…allora mi aspetto un periodo buio, anche nella sanità».