AVEZZANO – Non è stato Andrei Feru, 54, romeno, da anni residente a Colli di Monte Bove, ad uccidere la connazionale trentottenne, Catalin Iuliana Bucataru nel novembre del 2017.
A deciderlo, nella tarda mattinata di oggi, i giudici della Corte di Assise di L’Aquila dove si è concluso il processo di primo grado nei confronti del cinquantaquattrenne romeno accusato di omicidio volontario. I fatti risalgono alla mattina del 7 novembre 2017, quando, nell’ospedale dell’Aquila dove era stata portata il 5 novembre, Catalin morì a causa delle lesioni riportate nell’abitazione dove svolgeva il lavoro di collaboratrice domestica. Abitazione dove viveva Andrei Feru, domiciliato a Colli di Monte Bove da anni e che, stando a quanto ricostruito dalle indagini, avrebbe avuto nei confronti della giovane connazionale una sorta di senso del possesso.
Secondo gli inquirenti, infatti, a far scattare la molla che avrebbe portato all’omicidio della trentottenne, sarebbe stata la gelosia di Feru nei confronti di Catalin che, secondo lui, vedeva un altro uomo. Questo avrebbe condotto ad un litigio feroce culminato poi con il ferimento della donna e, due giorni dopo, con la sua morte.
Le indagini portarono subito a dubitare di Andrei Feru, e, dopo una serie di accertamenti, il fascicolo fu chiuso e l’uomo mandato a processo.
Davanti alla Corte di Assise, invece, il castello accusatorio portato avanti da Carabinieri di Tagliacozzo e Procura della Repubblica di Avezzano non ha retto e il difensore di Feru, l’avvocato Paolo Frani, ha potuto smontarlo pezzo a pezzo fino a far assolvere, perché il fatto non sussiste, il suo assistito. Si riparte da capo per cercare di arrivare alla verità anche se non si esclude un ricorso in Appello della pubblica accusa alla Corte di Assise di Appello.