AVEZZANO – “Come spariscono i post così sparisce la trasparenza, dei pensieri, delle azioni e di quel che resta dell’alba…”
Il problema della politica di oggi è quello di ammettere solo il consenso espresso e favorevole, mentre il parere contrario è considerato evidentemente disdicevole o riduttivo e comunque lesivo della dignità della “maggioranza”.
Evidentemente, chi pensa che il potere sia solo esercizio del comando non ha riflettuto sul fatto che anche chi critica potrebbe essere felice che la “maggioranza” possa raggiungere risultati utili e positivi… Inoltre, occorre valutare che il reale valore dei politici e della politica si riflette nella loro credibilità e, quindi, nella loro capacità di confrontarsi con il popolo che li ha espressi. Ecco dunque due parametri importantissimi della democrazia: credibilità e capacità di confronto, entrambe cose che possono mancare, anzi venire a mancare qualora chi governa, in nome del popolo, si sganci dal popolo, non badi alla propria credibilità e abbandoni il confronto col popolo! In sintesi, chi sia stato eletto resta, anche dopo l’elezione, anche dopo la fine della campagna elettorale, una espressione delle scelte popolari e se è stato credibile per il voto, deve mantenere la sua credibilità, quantomeno, per poter essere rieletto! Questa cosa è assai ben nota in alcuni paesi come gli USA, dove la “credibilità presidenziale” è il criterio basilare per mantenere il giusto rapporto col popolo. Volendo fissare uno sfondo del discorso si potrebbe citare il “V-come vendetta”, anzi l’aforisma di Thomas Jefferson, presidente degli Stati Uniti d’America secondo il quale “Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governanti ma questi ultimi del popolo”. Ma non deve essere la paura il parametro del rapporto fra governo e popolo per generare una buona azione di governo… Il problema è che nel momento in cui esiste solo la folle ricerca del consenso, oppure la sua triste creazione a tutti i costi, allora nasce la mala pianta dell’arrogante presupposto che tutto sia permesso a chi governa e che il popolo debba star sempre al suo posto, muto e rassegnato…Un po’ come la muta schiera del Coro dell’Adelchi “…che avanza e ristà e mira la gloria passata ed il tempo che fu…“
È il triste caso del Mercato Cittadino in esilio al Nord… Son mesi che si trascina tra le opposte vedute di “pochi”, politici al governo della Città, che ritengono sia la scelta giusta e quelle di “molti”, cittadini, che sostengono il contrario. La critica che ne scaturisce sarebbe la più bella manifestazione di dialettica fra governo e popolo oltre che fonte di riflessione per tutti e base d’azione per la crescita democratica stessa, se non fosse che la politica, il governo della Città la consideri diversamente, ovvero solo una quasi-prova di forza che, tuttavia, insterilisce solo il dibattito creando contrapposizione dove la scienza politica insegna ed indica la “mediazione”!
Sabato, alcuni degli addetti stampa del Comune avevano postato, su FB, un messaggio che lasciava trasparire che le cose stessero migliorando, ebbene, appena dopo uno sprazzo di visibilità per tutti, il piccolo spazio lasciato per alcuni commenti tra favorevoli e critici, ecco che la visione è stata limitata, sottratta è il termine più giusto, ad alcuni dei “cittadini”, compresi alcuni giornalisti…
Come noto, FB è uno spazio privato condiviso, pertanto ciascuno potrebbe voler porre delle restrizioni oppure delle limitazioni alla visione di uno o più come ritenga più opportuno.
Fin qui si potrebbe dire: nulla di male! Ma la realtà risulta diversa, assai ben diversa!
Infatti, chi ha effettuato l’applicazione della restrizione, l’ha fatto sulla bacheca del Comune di Avezzano e, data la pubblicità del soggetto, la cosa fatta in questo modo lascia un po’ perplessi perché quella è la bacheca del Comune ovvero della Città che ha dei “cittadini”… Quel che è offensivo della cosa in sé non è tanto l’ad personam del fatto ma che venga offeso l’essere “cittadino” anche chi non sia stato, per così dire, “bannato” perché la restrizione costituisce cittadini “a favore” degni di essere informati e cittadini “sfavorevoli” che sono ritenuti non capaci di fruire delle informazioni del soggetto di governo. Oppure, peggio, cittadini che non si esprimono o che sono ignari o, ancora, che non abbiano una idea precisa.
C’è da dire che l’errore nasce dal considerare i cittadini divisi in due o più fasce, magari, una pro ed una contro… E vien da chiedersi se sia questa la chiave giusta di azione, perché applicando il principio, in caso di guerra, cosa accadrebbe: che l’azione di protezione operata dalle Forze Armate si dovrebbe applicare solo ad “alcuni” e non a “tutti”? Come a dire “tu mi bannasti ed ora io non ti difendo”? Poiché è questa la logica che si adombra sottendersi a quanto accade…
L’errore commesso è stato quello di aver lasciato prima che “alcuni” vedessero e poi via alla limitazione!
Cosa può aver spinto a questo gesto? La paura? La rabbia? Il rancore? Una visione limitata della politica? Oppure forse è solo il desiderio, di per sé non errato, di incontrare il consenso, ma cercato nel modo sbagliato, ovvero dove non si crea consenso si tende a schiacciare l’ipotetico avversario?
Di fatto, han sbagliato perché hanno impedito a molti di esprimere, in questo caso, un commento favorevole o quantomeno di speranza (in fondo abbiamo”tutti” a cuore la Città ed il suo bene…), ma chi è “causa del suo mal pianga sé stesso…”
Sotto trovate le immagini sottratte alla vista perché improvvisamente sparite…
In fondo su Internet non esistono segreti e conoscendo il sistema è difficile mantenerli…
Absit iniuria verbis…