AVEZZANO – Garantire l’accessibilità e l’efficacia del sistema sanitario è infatti un compito che spetta agli enti preposti e in questo caso la Regione Abruzzo.
La Commissione europea, chiamata in causa dall’europarlamentare Piernicola Pedicini (M5S) sui gravi episodi di malasanità occorsi negli ultimi tempi, chiarisce ogni dubbio sulle responsabilità delle condizioni degli ospedali locali. Gli Stati membri sono responsabili per la definizione della loro politica sanitaria e in questo caso sono le amministrazioni regionali attraverso le Asl Territoriali a dover garantire il funzionamento del comparto sanitario.
È sulla Regioni che ricade l’onere di garantire l’accessibilità, l’efficacia e la resilienza dei sistemi sanitari.
«La notizia del decesso di una donna su una barella, lasciata su un pianerottolo fatiscente del pronto soccorso di Avezzano, in provincia dell’Aquila, lo scorso dicembre – commenta Piernicola Pedicini – ci ha sdegnati e allarmati, ma è compito della Regione Abruzzo intervenire affinché episodi del genere non si verifichino più. L’amministrazione del centro sinistra ha commesso moltissimi errori.- continua la nota- I tagli alle spese sanitarie effettuati dalla Regione Abruzzo, senza alcuna visione di medio o lungo periodo e senza alcuna valutazione d’impatto, hanno avuto come conseguenza la riduzione dei posti letto, la carenza di personale, il cattivo funzionamento delle strutture e, in ultimo, hanno determinato gravissimi casi di malasanità. Ora al governo c’è il centro destra. Difficile dire, trattandosi dei soliti noti, se le cose cambieranno. Quello che però possiamo garantire – conclude l’eurodeputato – è che il M5S continuerà a lottare per i diritti dei cittadini abruzzesi».
A riguardo una nota diffusa dal manager della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Rinaldo Tordera, aveva sottolineato che i familiari si opposero ad un trasferimento della paziente in un’altra struttura ospedaliere della provincia di L’Aquila: «La paziente che aveva 96 anni doveva essere operata, si era presentata con dolori addominali e dagli esami effettuati, tra cui la Tac, era emersa un’occlusione intestinale. I medici hanno quindi comunicato ai parenti la necessità di sottoporla ad un intervento chirurgico ma i congiunti non hanno dato il consenso, anche per l’età molto avanzata. Il personale medico, preso atto di questa volontà, ha così assistito fino in fondo la donna che poi è deceduta durante una permanenza di circa 48 ore al pronto soccorso».
Al di là delle responsabilità, che verranno accertate dagli organi competenti, sulla sanità, entra in gioco l’opinione pubblica che denuncia continuamente alla nostra testata le situazioni di disagio e le carenze che si presentano negli ospedali Abruzzesi ma che in generale riguardano gran parte di quelli italiani.
In questi casi non è importante tanto la caccia al colpevole, bensì rendere note le situazioni per far sì che i rappresentanti delle istituzioni inizino a lavorare all’attuazione di strategie di intervento per dare dignità e decoro sia ai pazienti, che al personale che opera all’interno delle strutture. L’auspicio e che situazioni come queste non succedano più e che si inizi a discutere concretamente sul miglioramento degli standard qualitativi dell’assistenza ospedaliera e dell’assunzione tanto di risorse umane quanto di economie per risolvere i numerosi problemi.