AVEZZANO – In un periodo di congiuntura economica sfavorevole, ovvero legata a scarsa circolazione di capitali, scarse compravendite e produzione limitata, con consumi medio-bassi legati anche al costo della vita non basso, è chiaro che esista stagnazione di attività economiche e, quindi, ogni nuova azione di costruzione dovrebbe essere salutata come uno sforzo produttivo ed imprenditoriale di rispetto, tuttavia, esiste un problema sul quale riflettere soprattutto guardando ad alcuni interventi edilizi
Se andiamo alla Enciclopedia Treccani, dizionario dei termini economici, leggiamo che “tesaurizzazione, in economia, costituisce il termine generico con il quale si indica sia la sterile accumulazione di moneta e di metalli preziosi da parte dei privati, sia l’aumento delle riserve bancarie, sia la costituzione di riserve per emergenze da parte degli Stati. La nozione di tesaurizzazione acquista un senso preciso e rigoroso solo quando la si collega all’idea di velocità di circolazione della moneta: dire, in tal caso, che la tesaurizzazione aumenta equivale, infatti, a dire che la velocità di circolazione della stessa moneta diminuisce…” o si abbassa, aggiungeremmo, a livelli inaccettabili e pericolosi.
Chiaramente, il meccanismo di tassazione attuale è elevato anche per i capitali immobilizzati presso depositi bancari o di altro genere. E’ nata allora l’idea, specie nel settore edilizio dove ciò è più facilmente realizzabile, di investire il denaro, più o meno eccedente, in immobili da realizzare, ovvero investire denaro liquido nel cosiddetto “mattone”. Ora, quando il mercato immobiliare sia saturo o comunque stagnante per eccesso di offerta e in, sostanziale, assenza o forte scarsità di domanda, ci troviamo di fronte ad un nuovo tipo di intervento che, portando alla immobilizzazione di denari nella costruzione di un edificio la cui alienazione, in tutto o parte, non sia prevista in tempi brevi, determina una vera e propria “tesaurizzazione immobiliare”.
Il vantaggio per il proprietario-costruttore dovrebbe essere evidente, infatti, la tassazione dell’edificio, invenduto e disabitato, è inferiore alla tassazione dei capitali depositati o immobilizzati in depositi di vario genere. Per contro, se il mercato dovesse splendidamente recuperare esiste la possibilità di avere ricavi ingenti e superiori in un relativamente prossimo futuro. C’è poi il guadagno col flusso di cassa e unico beneficio, da verificare come entità relativa, del ricavo per gli operatori della costruzione che, tuttavia, se il costruttore è anche titolare d’impresa che realizza, si riduce a quello per i soli operai e pochi altri.
Nella prima figura un grafico che mostra l’andamento del PIL come indice della congiuntura, mentre nella seconda è indicata la velocità di circolazione della moneta quale indice della tesaurizzazione in atto.