AVEZZANO – In un precedente articolo abbiamo avuto modo di riaprire il discorso sullo stile architettonico tipico della Città di Avezzano scaturito dalla ricostruzione post-terremoto del 1915. Va detto che esiste già una lunga discussione se tale stile fosse “Liberty”, oppure una sorta di “Eclettismo” con citazioni di altro “Liberty” ad esempio romano, partenopeo o, addirittura legato ad alcune emergenze architettoniche di paesi in riva al Lago di Garda, e se tale stile fosse quello tipico di questa Avezzano che sembra essere del tutto “invisibile” mentre, invece, si cerca di trovare il modo di fare una “Città Bella”. In realtà, lo spunto per la “Città Bella” potrebbe essere proprio questo recupero della “invisibilità” del reale volto architettonico della Città stessa e, come vedremo, lo spunto è ben chiaro ed evidente dalla immagine che segue e che è una ortofotocarta, tratta dallo studio che il sottoscritto ha in corso dal 2005-2006 (iniziato alla Sapienza di Roma e poi proseguito), dove sono indicate le varie emergenze dello stile in questione.
Da un rapido conteggio appare chiaro che esistono circa 40 edifici con chiara evidenza stilistica, circa 32 edifici con una evidenza meno marcata, 33 edifici circa con una volumetria tipica ed alcuni elementi di pregio (quali angolo smussato ad uno spigolo, elementi di allestimento in facciata e aspetto generale) e, infine, una decina di edifici nei quali si ha una forma ed una presentazione che denuncia l’epoca. Questi numeri si riferiscono alla porzione di centro urbano che è mostrata nella fotografia poco sopra, ma se si allarga il perimetro vengono fuori ulteriori edifici che si trovano in posizione più periferica e, se si apre anche alle frazioni, si hanno anche ulteriori emergenze (a San Pelino in particolare esiste un esempio assai pregevole – la figura in basso mostra tre esempi di villini in stile, tra i quali quello di San Pelino, evidenziando gli elementi comuni).
Perché sia chiara l’importanza che possono avere gli elementi d’angolo smussati sull’allestimento architettonico della Città (vero exterior exhibit), ecco, nell’immagine che segue, una vista panoramica ricostruita della intersezione fra Via G. Marconi e Via B. Croce (sono circa 270° di angolo d’abbraccio – il restante del cosiddetto “giro d’orizzonte” è costituito dall’angolo smussato dell’edificio del Liceo Classico che qui non è mostrato).
L’immagine che segue mostra la vista dall’alto dell’incrocio con l’angolo di inquadramento dello sviluppo panoramico effettuato nella immagine precedente.
Il quarto elemento d’angolo dello stesso incrocio è mostrato nella immagine successiva.
Questa esemplificazione serve a mostrare come edifici diversi per stile e per articolazione della facciata possano concorrere a creare uno spazio assai interessante.
Risulta anche interessante notare come lo spazio delimitato si colleghi con le vedute prospettiche delle tratte di strade afferenti e deferenti dallo spazio stesso.
Sulle estensioni dell’area analizzata ai fini delle presenze di edifici di interesse, torneremo successivamente anche perché il discorso si farebbe assai lungo. Intanto, da queste poche note emerge che lo stile cittadino non sia affatto “non evidente” e, visto che siamo in epoca di possibile revisione del P.R.G., potrebbe davvero essere una buona occasione, anzi ottima, per far sì che, emergendo dalle nebbie del tempo la “Città Invisibile”, si possa fare finalmente la “Città Bella”…
P.S.: Prossimamente continueremo il discorso prendendo spunto dagli studi dell’architetto Maurizia Mastroddi e da quelli dell’architetto Montuori.