AVEZZANO – Interessantissima mostra curata da Elena Pontiggia, docente di Storia dell’Arte dell’Accademia di Brera e del Politecnico di Milano, a Pescara, nella splendida cornice della Villetta che accoglie la Fondazione “Museo R. Paparella Treccia e M. Devlet” su Mario Sironi e altri pittori del suo periodo, dal titolo “Classicità e romanticismo moderni – Sironi e il suo tempo”.
Non solo Sironi dunque, ma anche due interessantissime “marine” di Carrà, alcuni pezzi di Ardengo Soffici ed un Aligi Sassu, poco conosciuto, “I Dioscuri”, insieme ad altri.
I quadri di Sironi in mostra sono assai interessanti per varie ragioni: un ritratto del 1904-1905, “Lo sbarco” del 1916, due ritratti tra divisionismo e puntinismo, due interessantissimi “paesaggi urbani”, il futuristico “Borghese e macchina” del 1926, il dipinto detto “Albero” che offre una prospettiva singolare e poi lo studio preparatorio per il grande dipinto che figura alla Sapienza di Roma, quello anche noto come “L’Italia fra le Arti e le Scienze”.
Ma sicuramente l’opera per certi versi centrale e anche inquietante è “Il Contadino”, dove non c’è il dinamismo futurista del lavoro, ma l’uomo, nell’angolo d’una qualche masseria, è appoggiato ad una vanga, vicino ad un albero e le sue dimensioni sono giganti come a voler rappresentare la centralità della figura in una società che stava, già allora, abbandonando i valori della terra.
Questa opera, sicuramente, potrebbe rappresentare una sorta di icona del mondo agricolo che nella Marsica ha un connotato difficilmente dimenticabile.
Fra le altre opere anche un meraviglioso “Ettore e Andromaca” di De Chirico, nella versione del 1935 che è conservata al Museo di Chieti. Quest’ultima opera meriterebbe di essere studiata in maniera più approfondita in quanto differisce fortemente dalla più celebre versione, quella dell’abbraccio impossibile, in quanto in questa prevale un elemento diverso ed i due personaggi hanno un aspetto diverso, forse anche meno metafisico, se non ci fossero altri elementi a ricordare lo stile specifico.
Ottima questa iniziativa, specie dopo le discussioni inutili dello scorso anno sull’opera di Sironi, quasi boicottato e condannato per la sua presunta adesione al fascismo da una Sinistra troppo preoccupata di cercare il “fascismo” anche dove non c’è, per cercare di creare un consenso in disfacimento.
Sarebbe interessante che la mostra potesse essere portata anche ad Avezzano, innanzitutto, perché ad Avezzano ha sede il Liceo Artistico “V. Bellisario” e sarebbe interessante mettere i ragazzi di quella Scuola, che più d’ogni altra incarna l’idea di laboratorio-officina-bottega d’arte creativa, nella condizione di poter studiare dal vivo alcune opere che sono difficilmente rintracciabili, tutte insieme, in un luogo vicino.
Poco tempo fa abbiam detto del fatto che l’arte ad Avezzano vive momenti difficili legati all’assenza di luoghi deputati alla mostra di pittura, lanciamo perciò un’idea: perché non chiedere alla Fondazione Pescarese la possibilità di estendere l’esposizione con un trasferimento, a fine periodo, ad Avezzano, magari come sede la Galleria dell’Istituto d’Arte?
Come anteprima, ecco alcuni studi preparatori dell’opera di Sironi per i Lettori di Marsicaweb, frutto di una ricerca iconografica personale, messi a confronto con l’originale.
Ed infine, “Ettore e Andromaca” nella versione del 1935 (che si trova a Chieti al Museo d’Arte Costantino Barbella) a confronto con quella “storica”