AVEZZANO – Nei giorni scorsi il Sindaco di Avezzano Gabriele De Angelis rispondendo alle domande di alcuni studenti del “Vitruvio Pollione” si è lasciato andare in alcune dichiarazioni che hanno fatto felici i frequentatori (pochi, per usare un eufemismo) della tanto discussa pista ciclabile avezzanese. La stessa pista ciclabile si estenderà ovunque, facendo diventare così Avezzano una piccola Amsterdam, come da tempo era già nei progetti lungimiranti di uno dei componenti della Giunta Comunale.
Secondo i progetti, che in tempi brevi saranno portati a termine, ad essere “ciclopedonalizzata” sarà gran parte della città con la conseguente chiusura al traffico del centro cittadino.
E allora come disse Cocciante si va… Passeggiando in bicicletta.
La città diventerà un’sola felice dove i cittadini potranno correre in lungo e in largo con le loro biciclette, da verificare se con o senza sellino.
Questo perché ad ogni azione corrisponde una reazione.
Il passare da una città medio piccola ad un’isola felice non è poi così semplice. Bisogna cambiare radicalmente le abitudini di chi vive quotidianamente in città e bisogna soprattutto che quest’ultimi siano favorevoli a quello che vuol esser fatto passare come progetto di vita alternativo, in un contesto dove al momento, a nostro modesto parere, le priorità risultano essere altre e lontane da un mondo, ad oggi, astratto.
La naturale conseguenza di una pista ciclabile su gran parte delle strade cittadine porterà ad un ulteriore diminuzione dei già scarsi parcheggi, cosa già accaduta su Corso della Libertà, Via Marconi e tutte le principali strade del centro e che (carta canta), ha messo in discussione decine di attività.
Non sarebbe il caso di ascoltare i cittadini, i commercianti e tutti coloro che subiscono o traggono vantaggio da queste scelte che comunque stravolgono l’attività quotidiana di tutti? Magari attraverso un referendum cittadino per capire cosa in realtà la cittadinanza preferirebbe si facesse senza imporre ad ogni costo le proprie idee anche a rischio di mettere in difficoltà decine e decine di attività?
Se così non fosse bisognerà adeguarsi al famoso detto: hai voluto la bicicletta?… mo’ pedala!
E a dare l’esempio sarà lo stesso De Angelis che ha confidato che a breve anch’egli acquisterà una bici. Una domanda ci viene spontanea, pensate se invece delle biciclette, a questa Amministrazione fossero piaciute le gare di Formula 1; chissà, avremmo potuto far correre, magari intervenendo su un manto stradale da dopoguerra, il primo gran Premio della Marsica e fare concorrenza ad Hockenheim ospitando così i grandi dell’automobilismo.
Ciò che non si riesce a comprendere è il motivo per cui si debbano imporre per forza delle scelte che vengono subìte da gran parte della comunità. Lungimiranza o… cosa?
In discussione anche la scelta, non proprio ideale (secondo gli ambulanti), dello spostamento del mercato che ormai da mesi è situato nella zona nord ed ha visto gli operatori del settore, doversi adeguare, seppur controvoglia, allo spostamento che ha visto crollare vertiginosamente i loro incassi. È stato scomodato anche Gabrielli e le norme sulla sicurezza per cercare di far assorbire, agli ambulanti, la scelta democratica ed allo stesso tempo unilaterale; ma per chi deve arrivare a sera e portare i frutti del proprio lavoro, che consenta alla propria famiglia di andare avanti, non c’è Gabrielli che tenga. Sempre che la stessa norma sia stata poi l’effettivo problema che ha visto lo spostamento nella zona nord. Subito dopo il trasferimento, gli ambulanti vennero rassicurati che ci sarebbe stato più lavoro e che gli stessi avrebbero avuto maggiore visibilità e tutto sarebbe andato per il verso giusto. Ad oggi di bello, ricordiamo solo i trampolieri e le caramelle date ai bambini all’inaugurazione del mercato. Dopo, a detta degli ambulanti, quindi da chi realmente lavora sul territorio da anni, il nulla. Gli stessi si trovano a dover assorbire per forza di cose, scelte imposte da chi li rassicura che andrà tutto bene. Ma ad oggi, secondo loro, così non è in quanto si parla di situazione drammatica.
Si è detto che in Primavera si vedranno i frutti dello spostamento ma come disse anche la canzone per i più piccini “per fare il frutto ci vuole un fiore” e “per fare l’albero ci vuole un seme”, di frutti al momento non se ne vede neanche l’ombra e di alberi beh, neanche a parlarne.
Confidiamo nell’arrivo della stagione del risveglio sperando che il primo cittadino abbia avuto ragione e il suo progetto sia stato davvero lungimirante. Nel frattempo non ci resta che acquistare una bicicletta e, zaino in spalla, pedalare fino alla zona nord dove potremmo passeggiare sulle due ruote tra i banchi, deserti, del mercato.