AVEZZANO – “Il Manifesto”, redatto in occasione della prima giornata di studi, tenutasi a Bologna, interamente dedicata all’Orso bruno marsicano, è stato inviato all’attenzione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del Ministro per l’Ambiente, Sergio Costa.
“Si riafferma l’urgenza di integrare le politiche di conservazione dell’orso bruno marsicano – sottolinea in una nota Corradino Guacci, Presidente della Società Italiana per la Storia della Fauna “Giuseppe Altobello” -, tenendo conto della necessità di preservare un patrimonio genetico unico al mondo, così come lo è il nostro patrimonio culturale. Insomma: l’orso marsicano e il Colosseo ne sono i simboli, paragonabili come valori”.
Nella missiva inviata alle più Alte Autorità, Corradino Guacci sottolinea un passaggio:
“Già nel gennaio del 2013 lanciammo un appello rilevando l’assenza tra le politiche di conservazione di strategie moderne, in particolare di una banca del genoma, indispensabile per futuri interventi nel caso un crollo della popolazione li richiedesse. Ciò allo scopo di garantire la messa in sicurezza dell’inestimabile capitale genetico di questa sottospecie, patrimonio della collettività nazionale ed europea. La proposta suscitò valutazioni di diverso segno nel mondo scientifico nazionale e d’oltralpe.
In particolare l’I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), richiesto di un parere dalla Direzione Protezione Natura del Ministero per l’Ambiente, espresse un giudizio non favorevole ad azioni di questo tipo e quindi alla realizzazione di una banca genetica ipotizzando, laddove necessario, di effettuare un “rinsanguamento” della popolazione appenninica con esemplari di Orso bruno europeo (Ursus arctos arctos) provenienti da popolazioni balcaniche.
Un intervento, quest’ultimo, da scongiurare nel modo più assoluto in quanto comporterebbe l’annullamento di un percorso evolutivo unico, irripetibile e millenario.”
La lettera al Presidente della Repubblica e al Ministro per l’Ambiente, è corredata da un’ampia e prestigiosa lista delle adesioni. Solo per citarne alcune: ambientalisti della prima ora come Fulco Pratesi, Franco Pedrotti, Giorgio Nebbia, Grazia Francescato e Francesco Mezzatesta; tra gli zoologi Renato Massa, Sandro Lovari, Giuseppe Notarbartolo di Sciara, Franco Perco, Massimo Pandolfi e Giorgio Boscagli; dal mondo della conservazione il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Gianluigi Ceruti, Renzo Moschini ed il Gruppo di San Rossore, Giuseppe Rossi, Francesco Framarin e Mario Spagnesi; per la cultura Desideria Pasolini dall’Onda, Vittorio Emiliani e Vezio De Lucia; per l’Associazionismo la Società Emiliana Pro Montibus et Sylvis, la Società dei Naturalisti e Matematici di Modena, la Società Romana di Scienze Naturali, Verdi Ambiente e Società Onlus (VAS), Wilderness Italia, la S.I.V.A.E. Società Italiana Veterinari per Animali Esotici, il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.
“La storia della conservazione della natura – conclude Guacci – è costellata da successi nel salvataggio di specie animali sull’orlo dell’estinzione grazie alle banche genetiche così come di fallimenti dovuti alla mancata lungimiranza dell’uomo, ultimo in ordine di tempo la scomparsa dello Stambecco dei Pirenei”.