AVEZZANO – Avezzano con questo disastro alle elezioni regionali torna al… “Paleopolitico”. Lo “0 Eletti”di Avezzano fa tornare alla memoria altri tempi, prima Repubblica, Dc imperante, senza nemmeno l’ausilio di Psi e centristi, quando lo scudocrociato decideva chi far eleggere ad Avezzano.
Ricordiamo per tutti le elezioni politiche del 14 giugno 1987 quando gli avezzanesi elessero, con percentuale più che bulgara, come loro senatore Giovanni Maria Nieddu, all’epoca sessantenne, sardo di Arbus, provincia di Cagliari, che una volta approdato a Roma, fece i suoi cinque anni a Palazzo Madama per poi tornare alle sue quotidiane occupazioni.
Pareva che quei tempi fossero passati e, invece, eccoci qui, che si torna allo zero eletti, alle incursioni dagli altri territori a mietere il grano avezzanese. “Primi dei non eletti”, “a un punto dai campioni” canterebbe Guccini, specialità della casa, mancanza di rappresentanza, una condizione storica che sembrava destinata a finire e che invece si è brutalmente riproposta.
Abbiamo appreso di possibili ricorsi. Non condividiamo. Si può farli, si deve farli, ma si ricordi che è come quelle squadre che, non riuscendo a vincere mai il campionato (ci si perdoni il linguaggio mutuato dal calcio), denunciano frodi sportive. Si può vedersi assegnati gli scudetti, ma non si è vinto il campionato lo stesso.
E Avezzano il campionato lo ha perso nettamente. Nessun eletto, al di là delle sentenze, significa solo avere una classe dirigente locale che tale non è. Urge un cambiamento radicale. Questo argomento potrebbe essere il leit-motiv delle prossime settimane a Palazzo di Città. Il sindaco si è speso molto per Iampieri e Forza Italia. Iampieri non ce l’ha fatta e Fi è arrivata terza, come dicevamo ieri praticamente ultima, fra le forze politiche principali del centrodestra.
La Lega da una parte ha visto eletto il Sindaco di Ovindoli Angelosante, ma dall’altra ha visto un’assolutamente insufficiente prestazione di Leonardo Casciere, assessore di De Angelis. E ancora. L’elezione di Liris, pone il problema del rapporto fra il primo cittadino, la maggioranza, o quel che ne resta, e la Presidente del Consiglio Iride Cosimati. Casciere pochi giorni fa ne chiese la testa. Senza contare il disfacimento dell’Udc e il previsto allargamento del gruppo Lega. Oltre a Luccitti, Lamorgese, Di Stefano e Tudico, pare che molti dell’Udc possano passare con Salvini. Un mutamento di equilibri sostanziale che porrebbe molti problemi soprattutto con Fi al momento assolutamente sopravvalutata in giunta.
E che dire del rapporto con il trio Dominici-Aratari-Pierleoni, sostenitori di liste del centrosinistra, così come il loro assessore Pierluigi Di Stefano con Maurizio Di Nicola, ed ora in netta contraddizione con lo spirito della giunta De Angelis? E la posizione di Vincenzo Ridolfi, patròn dell’assessore Renata Silvagni, che certo non è stato un “Hooligans” del centrodestra, ma nemmeno un estremista di sinistra, ma comunque in posizione attendistico-critica con De Angelis?
Oddio, una soluzione ci sarebbe. Il ritorno al civico. Ci si toglie la camicia azzurra, ci si spoglia dei panni del centrodestra, si riprende il maglioncino ed i jeans di aprile-maggio 2017 e ci si ribattezza sindaco civico. Un ritorno al passato, al preistorico, al riparo, sotto il T-Rex.