MAGLIANO DEI MARSI- Continua il nostro addentrarci all’interno dell’antico gioco del cacio alla scoperta della storia e degli aneddoti che hanno condizionato la vita di coloro che hanno e che prendono parte a tale tradizione. In questo articolo racconteremo la vicenda di un’allegra confraternita di amici e di una burla fatta nel giorno di Carnevale.
Tutto iniziò negli anni che precedettero il secondo conflitto mondiale: a Magliano esisteva una compagnia di buontemponi che amava fare le bravate a tutti. Capo di questa allegra combriccola era tale Ferdinando Pietrobattista – padre del noto avvocato maglianese Vincenzo Pietrobattista – chiamato “glio compà Ferdinando” e proprietario del Mulino situato nella località Terramora andato distrutto nei bombardamenti della seconda guerra mondiale. All’interno del Mulino, “glio compà Ferdinando” amava circondarsi di amici e fare cenette di vario tipo. In occasione del Carnevale organizzò una classica partita al gioco del cacio con i suoi amici e membri di tale confraternita. Particolare di questa partita, però, non era la classica pezza di formaggio di due chili di peso, ma una forma intera di parmigiano reggiano di 28 chili.
I membri di questa partita erano: “glio compà Ferdinando”, Temistocle Del Manso priore della confraternita del Santissimo Sacramento, Mario Amiconi alias Il Signor Marcoccio, “Glio Bersagliero ed un altro uomo di cui la memoria storica non ci tramanda il ricordo. Il solo pensiero di questa sfida provocò nella popolazione maglianese una gioia immensa: mentre i partecipanti intrisi di goliardia, provarono davvero fatica nel lanciare la forma del parmigiano. Questa buffa sfida iniziò nel primo pomeriggio e finì a sera tra fischi, applausi, schiamazzi e battute: la partita non si concluse, anche perché quando nel percorso del gioco c’era la salita, beh lì era davvero fatica.
Questa simpatica storia di vita vissuta si concluse nella Mola “deglio compà Ferdinando”: lì era stata allestita una tavola imbandita di ogni bene di Dio condita con ottimo vino locale. La festa andò avanti per tutta la notte con il risultato che tutti i membri dell’allegra confraternita, il giorno successivo, avevano un tremendo mal di testa.
Ma questi momenti così simpatici non finiscono mai: qualche giorno fa, il giovane parroco di Magliano dei Marsi si è dilettato nel giocare al gioco del cacio. Tra un sorriso ed un richiamo e sotto gli occhi compiaciuti degli spettatori maglianesi si è svolta la sfida. Sarà stato il Cielo oppure la forza, ma la squadra del giovane sacerdote ne è uscita vincitrice. Ah, il pezzo di formaggio che spettava al parroco è stato donato ai membri della squadra. È anche questo il gioco del cacio.