AVEZZANO – Ci ha provato in tutti i modi. ha dato consigli, fatto osservazioni, provato a suggerire modifiche. Ma alla fine anche Augusto Di Bastiano, il più equilibrato degli osservatori di Avezzano, glielo dobbiamo riconoscere, è dovuto arrivare alla conclusione più logica: il mercato settimanale del sabato di Avezzano deve tornare in centro. Di fronte al gelo, al vuoto, alle proteste e lamentele dei commercianti ambulanti, davanti alla desertificazione ulteriore del centro cittadino, riconosciuto obiettivamente l’azzeramento di interesse per l’area fra piazza Torlonia e via Mazzini, anche il Centro Giuridico del Cittadino ha dichiarato che l’esperimento mercato a Borgo Pineta può dichiararsi fallito. Una volta per tutte.
Questa l’analisi di Augusto Di Bastiano: «Dal suo trasferimento a oggi, ogni sabato ho fatto la mia visita al mercato osservando e ascoltando con interesse i commenti di tutti, in primis degli ambulanti, ma anche degli avventori, dei tanti conoscenti incontrati in giro fra le bancarelle. Se è vero che l’area dal punto della logistica è buona, ci sono, infatti, tanti parcheggi e il quartiere è dotato di tutti i servizi necessari, è altrettanto vero che sta mancando qualcosa di determinante: l’anima del mercato, il calore, quasi l’aria di festa che sì è sempre respirata, girovagando tra le bancarelle di ogni tipo. Il quartiere di Borgo Pineta ha accolto il mercato positivamente, valutandone pro e contro relativi all’organizzazione, alla viabilità e ai servizi che il quartiere è in grado di offrire. Il risultato è positivo, apprezzando anche gli ampi spazi di transito tra i banchi per persone e mezzi, cosa assolutamente non trascurabile. Ma non si respira più quell’aria di mercato, di vivacità, a cui eravamo abituati, possiamo dire, quindi, un “mercato senz’anima”. La curiosità dei primi tempi sta scemando con un doppio risultato negativo: un mercato semi deserto e un centro cittadino vuoto.
“Guardando indietro la storia del mercato del sabato di Avezzano troviamo scritto che il luogo comune di incontro per il mercato era Vicenne, dove confluivano le strade che menavano ai luoghi circostanti. Dopo la fondazione di Avezzano, per concessione regale il mercato prese a tenersi nella piazza antistante la chiesa di S. Andrea, nel giorno di sabato. Furono dal re accordate alla Comunità di Avezzano le fiere nella festa di S. Giorgio nell’aprile e di San Giovanni nel giugno. !337 ( Febonio- vol. III- cap. IV)
Signor Sindaco, sarebbe molto grave se, dopo 682 anni di storia del mercato della città, noi rischiassimo di vederlo morire. La scelta della zona NORD è un tentativo che non ha funzionato; corretto sperimentare, così come Lei ha proposto e fatto accettare, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti (ed anche nelle tasche degli ambulanti). SI TORNI DENTRO IL QUADRILATERO».
E si, caro sindaco di Avezzano, Di Bastiano ha centrato il nucleo della questione. Al di là della desertificazione di due ampie zone cittadine, al di là delle lamentele degli ambulanti e anche di molti cittadini, tantissimi in verità, c’è il problema del calore, della sensazione di festa, di socialità, di allegria, di luogo di incontro. Una sorta di “agorà commerciale” che serve per ristabilire un minimo di rapporti umani. E il problema, caro signor sindaco di Avezzano è proprio questo. La sua azione nel territorio urbano e sociale di questa città, ha avuto l’effetto di creare isole deserte, vuoto, gelo, una tristezza dell’esserne cittadini, questa sì sua creazione originale. Si fermi e ci ripensi, si fermi e, per una volta, dia ascolto alle critiche e anche a noi, questi “quattro cialtroni” che in fondo hanno solo la colpa di amare, nonostante tutto, questa benedetta, assurda città.