AVEZZANO – Il quartiere di Borgo Pineta, la chiesa di Santa Maria Goretti, l’asilo, i centri ricreativi e le prime associazioni di questo pezzo a nord della città le ha letteralmente create lui. Letteralmente dal nulla. Parliamo di Don Giuseppe Di Iorio, il parroco storico di Santa Maria Goretti o Madonna del Passo che dir si voglia. Ma più semplicemente il parroco di Borgo Pineta. Quel quartiere che domenica prossima lo celebrerà e ricorderà Don Giuseppe Di Iorio nel giorno del decimo anniversario della sua morte terrena. Domenica prossima, 27 gennaio, ci sarà una Santa messa di suffragio alle 10,30 seguita da una manifestazione con una serie di testimonianze nel salone sottostante la parrocchia.
Nato nel 1920 a Marano, fu ordinato sacerdote il 4 luglio del 1943, il vescovo era mons. Bagnoli, uno dei fondatori della nuova Avezzano ferita dal terremoto prima e da due guerre poi. Don Giuseppe si occupò prima di vari incarichi in seminario e presso la sede vescovile. La sua vita cambierà per sempre nel novembre del 1956. Il vescovo Valeri, infatti, decide di erigere la chiesa della parrocchia Madonna del Passo e Don Giuseppe viene nominato parroco. Borgo Pineta, il quartiere dove doveva sorgere la nuova chiesa parrocchiale, è il nome che va a sostituire quello popolare di “Concentramento”, la zona, insomma, dove c’erano i campi di prigionia della guerra. Ma Borgo Pineta non era ancora un quartiere vero e proprio, era una distesa con delle case, non omogeneo, e al di fuori della cinta cittadina, tanto è vero che quando i residenti andavano in centro, dicevano di “andare ad Avezzano”, quasi fosse un comune a parte. A cambiare le cose furono proprio la parrocchia, il sottopassaggio che fu realizzato in via Don Minzoni e soprattutto l’opera instancabile di Don Giuseppe Di Iorio che ha fatto letteralmente crescere e sviluppare questo quartiere di Avezzano.
Dai capannoni della prima traccia di parrocchia, alla chiesa che oggi vediamo a Borgo Pineta, con tutti i servizi poi annessi negli anni e il quartiere che, man mano, è diventato quello che si vede oggi. Il vescovo Santoro nella sua orazione funebre di dieci anni fa parlò di una stima immediata per lui quando lo incontrò, subito dopo la nomina a Vescovo dei Marsi. E il parroco che è succeduto, e che tuttora opera a Santa Maria Goretti, Don Vincenzo De Mario, sottolineò il suo carattere ma anche un cuore nel quale c’era posto per tutti, bambini, giovani, anziani e sofferenti. La traccia della sua opera, però, è arrivata anche fuori città. A Marano dei Marsi, infatti, la Cappella del locale cimitero porta la scritta Di Iorio-Marino in quanto edificata, molti anni fa, con le risorse economiche di Giovanna Di Iorio sorella amatissima di Don Giuseppe.
Don Giuseppe, ma anche un altro parroco storico di Avezzano, Don Costanzo a San Rocco, e Don Gerasimo alla Cattedrale, Don Giulio a San Giovanni, rappresentano una storia. Una storia che laicamente trova espressione in Mario Spallone, un sindaco che aveva quelle caratteristiche di esperienza, età ed energia ma che, come quei parroci, aveva due doni particolari e preziosi: l’ascolto della gente e una visione del futuro. Una contingenza fortunata che tanti uomini così si siano incontrati in una stessa città e l’abbiano fatta crescere. Ed allora domenica prossima, a Santa Maria Goretti, non solo i fedeli ed i residenti di Borgo Pineta, ma tutta Avezzano dovrebbe partecipare al ricordo di un uomo e di un parroco che ha dato tantissimo per la crescita di questa comunità. Mai come in questo periodo, a nostro parere, ricordare questi uomini e questi esempi è assolutamente importante.