AVEZZANO – Stabilimento LFoundry, La Uilm con la Rsu attende di consegnare un documento al Ministero Di Maio, domani ad Avezzano nel comitato elettorale Cinquestelle per le regionali, mentre la Fiom pubblica un documento, anche questo indirizzato a Di Maio, chiedendo un incontro urgente al Mise, il ministero di Di Maio, per far si che si affrontino le preoccupazioni sul megastabilimento avezzanese. Antonello Tangredi, segretario provinciale della Fim-Cisl, si dice invece soddisfatto perché i colleghi degli altri due sindacati, dopo sei anni e mezzo sono arrivati a sostenere ciò che lui diceva già nell’autunno 2012. Ma andiamo per ordine.
Questo il documento che la Uilm e la Rsu consegneranno, o tenteranno di farlo, al Ministro Di Maio: «Ministro, siamo qui a chiedere particolare Attenzione, come finora dimostrato, alla situazione LFoundry. La sua Duplice veste, per il Lavoro e per lo Sviluppo, sono per Noi la Migliore condizione Istituzionale che potesse verificarsi per consentire a questa straordinaria realtà industriale che vive ancora una volta come negli ultimi anni un periodo di incertezza dettato dalle logiche di mercato e di settore. Una triplice sfavorevole congiuntura per i costi delle materie prime, guerra dei dazi e mercato dei semiconduttori la fa da cornice ad alcune manifestazioni di interesse per l’acquisto del sito. Come Lei già sa in attesa che si concludano tutte le operazioni del caso i lavoratori saranno in Contratto di solidarietà per 18 mesi. Il patrimonio del territorio e della REGIONE in termini di risorse economiche e sociali è determinante per la tenuta e lo sviluppo degli stessi, ma in termini di competenze del futuro addirittura inestimabile. Sarebbe un onore per Noi se alla prossima ed attesa convocazione di verifica da parte del Ministero Lei fosse presente come lo è stato nelle più importanti vertenze del Paese alle quali possiamo assolutamente paragonarci in termini proporzionali. La RSU di Stabilimento».
Questa invece la lunghissima nota dela Fiom-Cgil: «Era il giorno 8 dicembre 2018 quando il vicepresidente di LFoundry Sergio Galbiati annunciava attraverso i mezzi di comunicazione il cronoprogramma per lo stabilimento marsicano: tempo un mese, un mese e mezzo (dunque ci siamo!) e sarebbe stato reso noto al popolo della LFoundry il suo destino! Al momento, però, tutto tace! Di sicuro c’è solo la dichiarazione di esubero di 450 unità, la perdita di salario da parte dei lavoratori e confusione nelle buste paga, nonché l’evidenza che il cambio del sistema operativo utilizzato per la produzione (MES), di cui abbiamo tanto letto sulla stampa locale, almeno nelle tempistiche sembra miseramente fallito, nonostante fosse uno dei processi da accompagnare attraverso l’ammortizzatore sociale. Ritorniamo sulle affermazioni di inizio dicembre del vicepresidente: mentre da un lato dichiarava candidamente che i Contratti di Solidarietà servono per abbattere i costi e che in questi anni LFoundry ha “diversificato poco” le produzioni, dall’altro rimaneva piuttosto misterioso sul futuro assetto dello stabilimento. Quante volte nel passato i vertici aziendali hanno ripetutamente proposto programmi di rilancio del sito, il più delle volte legati a ingenti investimenti per la realizzazione della linea di produzione a 300 mm, salvo poi vedere tramontare, altrettanto ripetutamente, ogni illusione? Riguardo poi ai finanziamenti pubblici sulla microelettronica stanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) attraverso l’Aiuto Notificato (IPCEI), rispetto ai quali l’azienda in occasione degli incontri istituzionali aveva manifestato interesse anche in funzione dello sviluppo dei 300 mm, si fa presente che per il 2019 il MISE ha stanziato 50 milioni di euro, i quali dovranno soddisfare le esigenze non solo di LFoundry, ma anche di STMicroelectronics e Fondazione Bruno Kessler. Forse un po’ poco per attrarre eventuali acquirenti, visto che i 300 mm richiedono un investimento di circa 1.600.000 di euro! Per non parlare del fatto che nulla è dato sapere sulla situazione degli altri siti europei di LFoundry. Pur rischiando di essere ripetitivi, noi della FIOM ribadiamo che è stato un grave errore compiuto
dall’azienda e dalle altre organizzazioni sindacali quello di sottoscrivere così frettolosamente un accordo sui contratti di solidarietà di ben 18 mesi che, oltre a non garantire i lavoratori (come spiegato nelle assemblee), di fatto rischia di non impegnare il MISE con la necessaria urgenza sulla vertenza LFoundry. Così come, attraverso l’intermediazione del MISE, la chiusura del sito Micron di Catania è stata ben gestita coinvolgendo STMicroelecronics e tutelando tutti i lavoratori, ci si chiede perché nel caso dello stabilimento di Avezzano azienda e organizzazioni sindacali firmatarie non abbiano avuto la stessa lungimiranza e abbiano rinunciato aprioristicamente a percorrere una strada che probabilmente avrebbe potuto davvero tutelare i lavoratori, per esempio coinvolgendo STMicroelecronics che vede una partecipazione statale. In ogni caso, qualunque soluzione industriale non può certo essere autonomamente gestita da un gruppo manageriale in evidente difficoltà, ma deve vedere il MISE esercitare un ruolo di promotore e garante. Per tutte queste ragioni la FIOM ritiene urgente un incontro presso il MISE e, in vista dell’imminente visita presso la nostra città del Ministro dello sviluppo economico e Vicepresidente del Consiglio, prevista per domenica 20 gennaio 2019, la FIOM si è immediatamente attivata per provare a incontrare il Ministro Di Maio. – Avezzano, 18 gennaio 2019 – FIOM-CGIL della Provincia di L’Aquila e FIOM-CGIL Abruzzo e Molise».
Questo invece il sintetico e ironico intervento del segretario della Fim-Cisl provinciale, Antonello Tangredi: «Sono davvero contento, direi felice che i miei colleghi di Uilm e Fiom siano arrivati ad avere qualche preoccupazione per la situazione dello stabilimento LFoundry di Avezzano. Peccato che arrivino – dice Tangredi – con sei anni e mezzo di ritardo. Ricordo ancora qualcuno che al Castello Orsini affermò di aver risolto tutti i problemi in questa fabbrica. Io e la mia sigla sindacale, nello stesso periodo, sollevammo preoccupazioni e richieste di interventi perché ci risultava che gli investitori cinesi stessero andando via. Ora debbo dire – conclude Tangredi – che dobbiamo sperare che la situazione possa essere gestita e superata col piano di ammortizzatori sociali proposto dall’azienda di concerto con i sindacati e che noi abbiamo sostenuto. Comunque meglio tardi che mai».