AVEZZANO – Se c’è una cosa che a noi di MarsicaWeb torna odioso, quello è il dover scrivere “Noi ve l’avevamo detto”. In questi giorni di freddo artico e del cosiddetto “gelicidio”, il fenomeno del tutto nuovo in base al quale a basse temperature l’acqua e la pioggia formano ghiaccio (Sic!), la vasca, piscina, pista di hockey e pattinaggio, insomma chiamatela come volete voi cari lettori, che da quest’estate è stata appiccicata alla fontana di Piazza Risorgimento, si è gelata, diventando un pericolo per i pedoni e uno spettacolo assolutamente orrendo da vedere.
Quel che non avevamo previsto è che questa struttura, a noi fontana proprio non ci viene, sembra essere dotata di una particolarità. Una scoperta fatta da Augusto Di Bastiano e dal Centro Giuridico del Cittadino. Di Bastiano, armato di macchina fotografica, un buon passo e tanta pazienza, ha girato l’intera città e fotografato tutte le fontane degne di questo nome sul territorio urbano. Risultato? L’unica fontana congelata è risultata essere il “vascone” di Piazza Risorgimento. Un facile commento? Si, proprio non riusciamo a tenercelo dentro: “Agghiacciante!”.
Questa la nota di riflessione di Di Bastiano che ci ha anche fornito tutto il materiale fotografico: «Tutte le fontane di Avezzano dall’inizio dell’inverno ad oggi hanno funzionato, a prescindere dal freddo, quella di piazza Risorgimento è stata chiusa, perché? L’impianto fatto non è idoneo? Quando il freddo sarà passato gli impianti saranno ancora buoni? A che serve una fontana se al primo freddo la si spegne? Sere fa ho chiamato la polizia locale per segnalare le decine di ragazzi che giocavano all’interno della fontana, nessuno si è visto. La fontana con il ghiaccio è pericolosissima, se non si può tenere in funzione che venga transennata. Meno male che oggi è tornato il sole, ma l’inverno e ancora lungo».
E stavolta chiediamo conto al Comune di Avezzano, Sindaco, assessore e uffici tecnici. Vorremo proprio che, visto il denaro impiegato, si dicesse ai cittadini perché questo “fiore all’occhiello” diventa in inverno una steppa desolante. “En attendant…” direbbero oltralpe.