AVEZZANO- Mancano davvero pochissimi giorni alla XXXIV Giornata mondiale della gioventù che quest’anno si svolgerà a Panama. Tema scelto da papa Francesco per questa grande manifestazione dedicata ai giovani del Mondo è legato al passo del vangelo di Luca 1,38: Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola. Saranno 50 i giovani della regione ecclesiastica abruzzese-molisana che hanno risposto all’invito lanciato da papa Francesco nella precedente GMG di Cracovia nel 2016. Questi ragazzi e ragazze saranno accompagnati da tre vescovi: monsignor Pietro Santoro, vescovo di Avezzano e responsabile della pastorale giovanile Abruzzese-Molisana, il vescovo di Sulmona Mons. Michele Fusco e il vescovo di Isernia-Venafro Camillo Cibotti e dai responsabili delle pastorali giovanili diocesane.
Il gruppo Abruzzese-Molisano partirà il 19 gennaio alla volta di Panama e resteranno nel paese Centroamericano fino al 2 febbraio. Dall’arrivo al 27 gennaio alloggeranno presso la parrocchia di Nuestra Senora de Guadalupe di Panama. Fulcro della GMG, oltre alle diverse iniziative che vivranno i giovani del Mondo, sarà la Santa Messa presieduta da Papa Francesco il 27 gennaio nel campo San Juan Pablo II-Metro Park. Dal 28 gennaio al 2 febbraio i giovani abruzzesi e molisani vivranno l’accoglienza ed il gemellaggio con la diocesi di Chitrè.
In esclusiva per i lettori di MarsicaWeb il vescovo di Avezzano mons. Pietro Santoro ha risposto ad alcune delle nostre domande su questo importante evento.
-Eccellenza, cosa si aspetta da questa nuova Giornata Mondiale della Gioventù?
«Come tutti sanno, e sta diventando anche monotono da parte mia ripeterlo, ho partecipato a tutte le GMG da sacerdote e da vescovo. E non ho mai partecipato a titolo personale, ma anche e soprattutto insieme ai giovani, che ho coinvolto in queste straordinarie avventure della fede. Li ho coinvolti da responsabile della pastorale giovanile diocesana e regionale da sacerdote e poi da vescovo, cercando soprattutto di far capire ai giovani che si partecipa alla GMG innanzitutto perché il papa ci chiama. E questa è la dimensione fondamentale per poi entrare dentro un cammino di convocazione ma indubbiamente un cammino di rinnovata decisione per Cristo e per la chiesa. Le Giornate Mondiali della Gioventù sono appunto il volto universale della Chiesa: una chiesa che è fatta di volti, di persone e di biografie. E queste giornate sono effettivamente e concretamente per i giovani una riscoperta che la chiesa è inviata da Cristo per annunciare il suo vangelo per la salvezza dell’uomo e di tutta l’umanità. Questa dimensione la si vive attraverso i volti fantastici dei giovani che arriveranno nella GMG. I giovani che parteciperanno rinnovano, durante queste giornate, il loro impegno nell’essere nella chiesa non osservatori dal balcone, ma protagonisti, collaboratori, annunciatori ed evangelizzatori: e tutto questo accade durante la GMG».
-Che cosa si aspetta Lei dai giovani che parteciperanno alla GMG?
«Innanzitutto è bello anche dire che saremo in 53 i partecipanti alla GMG di Panama, compreso 3 vescovi: io, monsignor Michele Fusco vescovo di Sulmona e monsignor Camillo Cibotti vescovo di Isernia-Venafro. E’ un numero inferiore in riferimento alle altre GMG ed è dovuto anche al periodo di gennaio, che per i ragazzi è un periodo di studio e di lavoro, però siamo, nonostante tutto, riusciti a coinvolgerli. Cosa mi aspetto io dai giovani? Io mi aspetto che i giovani entrino nella GMG dilatando il loro cuore, facendo entrare ancora una volta Cristo nel loro cuore, cercando di leggere il volto stesso di Cristo nelle migliaia di volti di giovani che incontreranno a Panama e soprattutto che tornino con una grande passione d’investimento della propria gioventù. Un investimento nel sociale, nella chiesa e nell’impegno: perché chi torna dalle GMG non deve tornare com’è partito: da questo punto di vista cerchiamo di far capire ai giovani tutto questo. Aggiungo anche, contrariamente a quello che qualcuno pensa, che le GMG sono giornate di fatica e di disagi, come ben sanno chi a partecipato. Un altro aspetto è il gemellaggio che, a conclusione della GMG, fremo noi con una diocesi di Panama: sarà un gemellaggio di conoscenza e di immersione in un contesto dove la chiesa, chiamiamola periferica, effettivamente spende i propri talenti al servizio di Cristo per il Regno di Dio. Tale gemellaggio educa i giovani, come ci ricorda papa Francesco, a guardare il mondo dalle periferie, cominciando dalle periferie del nostro cuore».