AVEZZANO – Era un 22 dicembre, come tanti altri prima e qualcuno dopo…
Come ognuno dei precedenti ricordo l’uscita con mia madre per andare al mercato a comprare il pesce: due tinche vive, che sarebbero finite in acqua per almeno un giorno, un capitone sempre vivo che avrebbe atteso la sua fine dentro una bagnarola piena d’acqua e, poi, calamari e gamberi.
Ci sarebbero state anche verdure e qualcos’altro e tutto sarebbe stato completo, con olive di tre specie, pescetti marinati, anguilla e alici per le frittelle natalizie.
Era sempre sera quando accompagnavo mia madre per quegli acquisti.
La Piazza del Mercato, allora, era piena di bancarelle e di gente.
C’era brusio di sottofondo, c’erano le luci della piazza e la fila alle bancarelle.
C’era ancora il Mercato Coperto e già c’era l’edificio con le bancarelle del pesce di Pietro, i “Giovanotti” e del “Pesciarolo”…
Son tornato l’altra sera in quella Piazza, era la sera del 22 dicembre ma non c’erano le stesse bancarelle e neanche la stessa gente…
Son stato in Piazza Risorgimento questa sera, è il 30 dicembre, i ragazzi stan dentro il Gran Caffè, forse c’è stata una qualche manifestazione, un qualche evento, ma la piazza è semivuota e similmente è per Via Corradini. C’è solo il traffico veicolare che è costretto alla circumnavigazione dell’isolato della ex-Carispaq.
Le luminarie, ancorché belle, sembrano illuminare un palcoscenico vuoto o comunque con pochi attori, in fondo le scene non si sa bene chi le abbia scritte e, soprattutto, cosa vogliano i personaggi in cerca d’autore che s’agitano qua e là!
Ieri mattina, verso le 11 sono andato in via dei Cavalieri di Vittorio Veneto, laddove sta il Mercato esiliato dalla Città, dal suo Centro…
La fotografia parla chiaro: pochissima gente per un mercato un tempo frequentatissimo, anche la Fiera del 26 ha avuto una affluenza pur sempre limitata rispetto ad altri tempi…
Forse erano meglio i Natali poverelli di quaranta anni fa piuttosto che quelli ricchi, ammesso che lo siano, della epoca della globalizzazione.
Strani soggetti in bicicletta percorrono la pista ciclabile con velocipedi senza fari mettendo a rischio vetture e passanti.
Persone parcheggiano sulla pista ciclabile…
Cosa succede davvero in questa nostra Città?
I remember another time, another Town…Where is now? C’era un vecchio racconto inglese che cominciava così, stava sulla mia vecchia antologia al Liceo, e che ora mi è tornato in mente, ma la risposta non c’è!
“La Città Bella” è uno slogan ma potrebbe essere un programma di governo, solo che non so dove sia poi questa bellezza…
Le ore corrono, la sabbia nella clessidra scorre via come il tempo residuo. Domani terminerà il 2018 e presto giungerà il nuovo anno, il 2019, porterà con sé cose nuove?
Porterà un avvenire migliore?
A vedere ciò che accade in Parlamento parrebbe di no!
Quando cadde l’Impero Romano, la sua eredità venne raccolta dalle province e consegnata al futuro, ma ora che siamo in provincia e calano le ombre della sera, cosa rimane dell’attesa del nuovo giorno?
Fatti i fuochi, gli spari e la pupazza, cosa faremo? Spegneremo tutto e andremo a casa?
“Questa terra è la mia terra…” scrisse e cantò Woodie Guthrie, mentre Carlo II salendo al patibolo gridò ad Athos “Remember!”
Ebbene, ricordiamoci che avevamo qualche idea per il futuro e andiamo a proporci di realizzarlo a partire dallo start che verrà dato fra poco meno di 48 ore…
Forse andava scritto a lettere, ma in realtà è il titolo di un film: abbiamo quarantotto ore per trovare come iniziar bene il nuovo anno, poi il giorno più breve dell’anno avrà termine e bisognerà dare inizio alle nuove danze…
Buon Anno Nuovo Avezzano Bella, Buon Nuovo Anno ai Tuoi distratti Cittadini: riappropriatevi del Vostro diritto a scegliere e a orientare il futuro, questo è il mio augurio…