L’AQUILA – I Sindaci di Lazio, Abruzzo, di tutta la provincia di L’Aquila e Rieti, insieme agli Onorevoli Stefania Pezzopane e Marco Marsilio, si sono ritrovati questa mattina al casello autostradale di L’aquila Ovest, per protestare per l’ennesima volta contro il caro pedaggi previsto a partire da domani primo gennaio 2019.
Il sindaco di Carsoli, Velia Nazzaro, raggiunta telefonicamente dalla nostra redazione ha dichiarato: «Abbiamo bloccato e manifestato davanti al casello, per dimostrare la nostra intenzione di andare avanti ad oltranza con le nostre manifestazioni, fino a quando il Governo non ci darà delle risposte e non ascolterà le nostre richieste. Al momento non è arrivata alcuna nota ufficiale che comunichi il congelamento dell’aumento del pedaggio autostradale previsto del 19%».
«Toninelli ha dimenticato promesse fatte – ha dichiarato, tramite una nota inviata alla stampa, è Stefania Pezzopane, senatrice del Partito Democratico, che continua – . Con oltre 100 sindaci e amministratori, stamani abbiamo occupato l’autostrada al casello L’Aquila ovest. Una protesta necessaria perché restano solo poche ore per scongiurare l’aumento del 18 per cento per i pedaggi a partire da domani. Una stangata insopportabile e il ministro Toninelli non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte. Ora, se non vuole avere ancora una volta un atteggiamento vergognoso, deve imporre ad Anas la sterilizzazione senza oneri per l’Autostrada dei Parchi. Toninelli aveva garantito già a settembre ai sindaci abruzzesi di scongiurare gli aumenti tariffari al più tardi con una norma inserita nella legge di Bilancio. L’unica scelta ragionevole che ora gli resta è una partita di giro che sposti da Anas al ministero le risorse inopportunamente affidate ad Anas. E che per almeno 12 mesi si sterilizzino le tariffe e che l’Anas rinunci con una sorta di anticipazione dei canoni riscossi. I vertici della società sono stati appena rinnovati dal governo ed è difficile che facciano resistenze visto lui stesso li ha nominati. Bisogna evitare maggiore spese per gli utenti e un’ingiustificata operazione di anatocismo a vantaggio dell’Anas».