AVEZZANO – Si dice che ognuno, alla fine, ha quello che si merita e questa massima sicuramente vale anche per i popoli. Chi sostiene che bisognerebbe leggere sempre lo stesso libro dice una grande verità.
“Il pifferaio magico” favola dei fratelli Grimm narra la storia di Hamelin, un paesino i cui abitanti erano scesi in rivolta perché, topi di ogni dimensione, avevano invaso abitazioni, cantine, scuole.
“Dei gatti neanche l’ombra perché, siccome qualcosina costavano ai padroni, erano stati cacciati”.
Manifestavano indignati contro il loro sindaco, chiedendo a gran voce che tutti i topi venissero allontanati affinché potesse tornare la sicurezza e la tranquillità.
“Sì pensò anche di far tornare i gatti scacciati, ma i topastri li misero in fuga”.
Il povero sindaco, ormai barricato giorno e notte in comune, non sapeva che dire più di “Farò… Non so…” ma continuava a non fare nulla. Un bel giorno un omino minuto bussò alla porta del Palazzo di Città affermando di avere la soluzione per liberare il paese dai ratti, il prezzo concordato con il sindaco fu di mille monete d’oro, l’uomo sancì il patto con una stretta di mano, fiducioso che la parola datagli avrebbe avuto la stessa valenza che ha tra uomini veri e si incamminò per le vie del paese.Giunto nella piazza principale prese da un sacchetto che portava a tracolla, un piffero e cominciò a suonare una melodia mai sentita prima, ad uno ad uno, in pochi minuti, i topi cominciarono ad uscire dalle loro tane fino al punto che tutti iniziarono a seguire il pifferaio, l’uomo si incamminò fuori dal paese, suonando si fermò di colpo sulle vie sulle rive del fiume lasciando che i topastri si tuffassero nell’acqua annegando.
Completata l’operazione rientrò in comune per riscuotere le mille monete d’oro ma, venne scacciato dal sindaco, il quale disse di non ricordare nessun patto e nessuna stretta di mano. Il pifferaio non si perse d’animo, uscito dal municipio attivò la sua vendetta: si diresse in piazza suonando una nuova melodia attirando a sé tutti i fanciulli del paese, proprio come poco prima aveva fatto con i topi.
In men che non si dica nessun bambino rimase ad Hamelin, tutti seguirono Il pifferaio sparendo dentro una grotta misteriosa che si richiuse al loro passaggio. Il finale ovviamente è lieto, tutti i bambini vennero liberati e poterono far ritorno nelle proprie case.
Del pifferaio non si seppe più nulla.
Le favole insegnano sempre molto, ognuno di voi scelga la morale che preferisce. Probabilmente è nella eterna corsa al potere che si generano topi e uomini senza scrupoli, per questo le favole svolgono un ruolo importante, perché la lealtà e l’onestà intellettuale andrebbero intercettate fin da piccoli.
Il sindaco? Che fine ha fatto? Probabilmente imparò a mantenere le promesse.
Oggi di pifferai magici non se ne vedono, per i topi esiste la derattizzazione, siamo nel terzo millennio, sugli uomini bisognerà ancora lavorare, ma siamo fiduciosi.
Ma Aristotele, filosofo e scienziato greco, ci ha lasciato una delle tante perle che vogliamo condividere con voi: «I tiranni si circondano di uomini cattivi perché a loro piace essere adulati e nessun uomo di spirito elevato li adulerà».