AVEZZANO – Una donna di 47 anni di Avezzano, Anna Olivieri, classe 1971, e un 39enne di origini marocchine, Braihm Bichou, irregolare sul suolo nazionale, sono stati fermati dai carabinieri a Trani, in Puglia, con 13 chili di tritolo che secondo gli investigatori erano pronti per fare un attentato.
Le due persone fermate dai carabinieri a Trani, perché ritenute responsabili di concorso nella detenzione del materiale esplosivo, con il quale una terza persona, Gaetano Arnesano, di 66 anni, arrestato in flagranza di reato il 22 novembre scorso, aveva costruito un ordigno pronto a essere usato per un attentato, e i due, hanno aiutato lo stesso ad occultare l’esplosivo all’interno dell’abitazione, oltre ad essersi adoperati attivamente al fine di reperire il materiale utile alla fabbricazione del detonatore senza il quale non avrebbero potuto far esplodere la sostanza.
La Procura di Trani e i Carabinieri stanno ora cercando di capire quale fosse l’obiettivo dell’attentato. Le indagini sono scaturite dall’arresto fortuito di Arnesano, uscito di casa con 3 kg e mezzo di tritolo sotto la giacca in sella alla sua bicicletta, al fermo dei suoi due presunti complici, nonché conviventi che, dopo il suo arresto erano pronti a lasciare la città.
Il tritolo era nell’abitazione di Arnesano, nel centro storico della città e poco distante dalla procura stessa di Trani, i militari dopo il suo arresto, hanno trovato e sequestrato altri 10 chili di tritolo, di cui stanno cercando di capire la provenienza e la destinazione, una quantità cosi ingente di tritolo lascia aperte molte ipotesi di utilizzo, anche diversi obbiettivi da colpire in più punti d’Italia.
I due sono attualmente detenuti in attesa di giudizio. Il tritolo sarebbe dovuto essere temporaneamente collocato in piazza Mazzini a Trani, accanto ad un cassonetto, per poi essere ritirato da qualcun altro.
Arnesano, nell’interrogatorio, ha ammesso di aver agito su commissione, in quanto esperto di esplosivi. Le indagini mirano ad individuare il soggetto che gli ha fornito il materiale esplosivo e a chi era diretto. La Dda è stata al momento solo informata, ma non è ancora coinvolta nell’indagine.