TAGLIACOZZO – Della nuova variante al Prg se ne parla e straparla inutilmente dall’ormai lontano 2004. Una specie di telo di Penelope approntato con squilli di tromba dall’ Amministrazione in carica pro-tempore, disfatto ed aggiornato subito dopo da quella subentrante.
Quattordici anni trascorsi invano, un’altalena disarmante, migliaia e migliaia di euro prelevati dalle tasche dei cittadini e gettati improvvidamente al vento. E così, simile al gioco delle tre carte, carta rossa vince carta rossa perde, si arriva ai giorni nostri con un pugno di mosche in mano: la variante al Prg non c’è. Ma di denaro pubblico ne è stato bruciato abbastanza. Gli acconti liquidati ai professionisti incaricati, coprirebbero, ad oggi, quasi l’intera cifra della convenzione stipulata nel lontano ottobre 2004. Con un piccolo particolare da sottolineare: molta aria fritta al posto della variante al Prg, salvo il piano di recupero del centro storico, quello sì – bene o male – approvato. Carta canta: 186.000,00 euro l’impegno complessivo della convenzione, 168.000,00 euro quelli fin qui usciti dalle casse comunali. E adesso si ricomincia. Si spera davvero che si pervenga, nei limiti dei tempi burocratici previsti da leggi e normative, di raggiungere un risultato che preveda progetti strategici su turismo, mobilità, tessuti residenziali, centro storico, poli cultural-congressuali, parchi, aree e ambiti di montagna, piani di riqualificazione delle frazioni.
Al sindaco Vincenzo Giovagnorio, ai suoi assessori e consiglieri di maggioranza spetta l’onere e l’onore di guidare il difficile processo di trasformazione della città e ricondurla ai livelli degni della sua storia e della sua civiltà.