L’AQUILA – Torna la paura di una invasione di inceneritori e termovalorizzatori per lo smaltimento, se così si può dire, dei rifiuti dopo le dichiarazioni del Ministero dell’Interno e vice Presidente del Consiglio, Matteo Salvini.
A sollevare la questione è il consigliere regionale di Si (Sinistra Italiana), Leandro Bracco che analizza la debolezza della struttura del Piano Rifiuti Regionale, peraltro sub judice per un ricorso di costituzionalità del governo, e la necessità di rinforzare la scelta della differenziata, del recupero e del riso, queste si scelte di salute e di protezione ambientale.
«Matteo Salvini sui termovalorizzatori: “Se gestiti bene e controllati bene, portano più salute ed economia. E quindi sicuramente la Lombardia non torna indietro, anzi l’obiettivo è che anche altre regioni vadano avanti. Non voglio un Paese che torni indietro. I rifiuti ovunque nel mondo significano ricchezza, energia e acqua calda. A Copenaghen inaugureranno inceneritori con pista di sci e una parete di arrampicata mentre altrove solo musei.” Se i termovalorizzatori portano più salute, allora gli hooligans britannici sono persone che predicano il dialogo, la tolleranza e l’ascolto reciproco – apre la sua nota il consigliere Bracco in tono polemico con Salvini e la Lega – . Le ultime affermazioni del titolare del Viminale – afferma l’esponente di Sinistra Italiana – sono prive di fondamento e segnano in materia di smaltimento dei rifiuti un arretramento culturale inaccettabile. Il Governo Renzi con l’art. 35 del d.lgs. n. 33 del 12 settembre 2014 (lo Sblocca Italia) aveva previsto la costruzione di ben 12 nuovi inceneritori che si sarebbero andati a sommare ai 42 già esistenti ed ai 6 in via di realizzazione. Lo stesso Sblocca Italia, nonostante le promesse a oggi non mantenute, è ancora in vigore. Prospettare la costruzione di inceneritori dimostra, per l’ennesima volta, l’incapacità della politica ad affrontare di petto la questione rifiuti. Non può che essere palese la mancanza di competenza, coscienza e peggio ancora di visione prospettica. La Direttiva europea 2018/851 che riguarda l’economia circolare e che ha modificato la 2008/98 – prosegue Bracco – stabilisce “misure volte a proteggere l’ambiente e la salute umana prevenendo o riducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti” limitando l’utilizzo delle risorse e migliorandone l’efficacia. Proprio questa Direttiva così come lo stesso d.lgs. 152/06 all’art.179 stabilisce come ‘la gestione dei rifiuti avviene nel rispetto della seguente gerarchia: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo (per esempio energetico), smaltimento.
L’incenerimento ai fini del recupero dell’energia – rileva il Consigliere Segretario – è certamente l’estrema ratio di un’attività che deve invece porsi come obiettivo primario quello dello smaltimento nel rispetto dell’ambiente e della salute della popolazione. Le stesse direttive europee ribadiscono come la scelta da privilegiare sia quella della riduzione degli imballaggi e del recupero della materia piuttosto che il ricavo di energia dalla materia medesima. Appare del tutto evidente inoltre come l’incenerimento rappresenti un’attività estremamente impattante che produce conseguenze ambientali gravissime. Eppure negli ultimissimi giorni pare che gli inceneritori siano diventati una vera “manna dal cielo” che la collettività non deve assolutamente lasciarsi scappare. Le loro emissioni sembra che si siano tramutate in un toccasana per la salute pubblica. Peccato però che la scienza asserisca che gli inceneritori vadano catalogati come impianti insalubri di prima classe. L’associazione ISDE (Medici per l’Ambiente) – evidenzia Bracco – sottolinea come ‘sebbene gli impianti di ultima generazione siano più evoluti, ciò non significa che siano esenti da impatti sia sulle aree su cui insistono sia come contributo alle emissioni di gas serra, che dobbiamo drasticamente ridurre se non vogliamo assistere a eventi catastrofici nell’arco di pochi decenni, come sostenuto dalla quasi totalità degli scienziati competenti in materia.
Allora basta con proposte prive di senso – rimarca il consigliere regionale – che di fatto favoriscono unicamente le grandi lobby. E’ imprescindibile che il Governo M5s-Lega metta seriamente mano allo Sblocca Italia. A ciò va aggiunto che contro questi progetti non possono che risultare basilari anche le iniziative messe in atto dalle stesse Regioni. Se l’Abruzzo certamente segna importanti risultati nella raccolta differenziata, va anche detto che sul Piano Rifiuti è stato fatto un gran pasticcio amministrativo. Non si tratta soltanto della già di per sé rilevantissima questione di costituzionalità sollevata da Palazzo Chigi ma dell’intero iter seguito per la sua adozione, iter considerato non corretto. Anche se lo stesso Piano Rifiuti non prevede inceneritori, il provvedimento, non essendo stabile, non appare solido. E allora che si decida una volta per tutte di cambiare radicalmente registro riguardo l’incenerimento dei rifiuti. Sempre che – conclude Leandro Bracco – non si voglia dar credito alla favola secondo cui “i termovalorizzatori portano più salute” Matteo Salvini docet».
Un tema molto sentito ed importante nella Marsica dove, poco meno di una quindicina di anni fa, si volevano installare in questa zona, ricca di bellezze naturali e parchi, inceneritori, termovalorizzatori e “cementifici”, senza parlare dei due megaprogetti della Torcia al Plasma della ex Micron e della mega centrale biomasse della Powercrop, entrambi bloccati. Ora la politica nazionale inizia a riparlare di inceneritori e termovalorizzatori e torna d’attualità la necessità di una politica sui rifiuti che riunisca le esigenze di efficienza e pulizia, con protezione dell’ambiente della salute umana.