AVEZZANO – Metodi di coltivazione e riflessi sulla salute umana, ora c’è uno studio che comprova una correlazione fra ciò che si mangia e il presentarsi di alcune patologie. La prova arriva dal risultato di un monitoraggio effettuato, per stabilire l’esistenza di una correlazione fra l’insorgere di patologie del sangue e l’uso di prodotti in agricoltura, tra cui i pesticidi, dal servizio di ematologia dell’ospedale di Avezzano. Obiettivo, capire se l’aumento delle malattie del sangue potesse essere riconducibile, almeno in parte, all’impiego di sostanze nella coltivazione dei prodotti nella piana del Fucino. Un lavoro di accertamento, ai fini della prevenzione, condotto tra i 230 pazienti con tali patologie, per lo più croniche, seguiti nel reparto dell’ospedale di Avezzano.
«Nessun allarmismo – dichiara Benedetto Ronci neodirigente del servizio ematologia di Avezzano – ma solo un esame puntuale di alcune dinamiche che si possono cogliere dai dati a nostra disposizione. L’obiettivo è fare diagnosi accurate, assicurare una terapia adeguata e fare prevenzione, individuando eventualmente quei fattori, anche ambientali, che la letteratura scientifica correla con l’incidenza di alcune emopatie».
«L’arrivo al servizio di ematologia di Ronci, proveniente dall’ospedale San Giovanni di Roma e con una lunga esperienza professionale alle spalle – sui legge in una nota diffusa dalla Asl di Avezzano, Sulmona, L’Aquila – , ha dato il via a una nuova impostazione di tutto il servizio. Un diverso approccio rispetto al passato che riguarda, in particolare, la possibilità di trattare alcune malattie del sangue a livello ambulatoriale, senza cioè ricoverare il paziente, cogliendo così un duplice vantaggio: meno stress e disagio del malato e più posti letto disponibili da riservare a casi gravi. Ciò è possibile grazie alla disponibilità di farmaci innovativi che offrono possibilità di praticare terapie con modalità diverse. Negli ultimi mesi – prosegue la nota dell’azienda sanitaria – , tra l’altro, il lavoro all’interno di ematologia ha registrato un’impennata in termini di numero di visite in ambulatorio: 20 al giorno per un totale di circa 500 al mese. Nel frattempo, al fine di migliorare ancora le prestazioni, Ronci ha avviato una serie di incontri con i medici di famiglia del territorio per stabilire con loro una fattiva collaborazione».
«L’intento – afferma Ronci – è assicurare una priorità ai casi più gravi, indirizzandoli ai nostri ambulatori in maniera tale da trattarli in modo efficace e tempestivo. In questo modo potremo operare dando la giusta risposta ai singoli casi, a seconda delle diverse esigenze».
Da segnalare, inoltre, importanti novità anche per i controlli successivi alla cura a cui deve sottoporsi il paziente. Controlli che vengono ora decisi dallo stesso ematologo senza fare altri passaggi burocratici che possono rallentare il percorso di assistenza del malato. Ad Avezzano Ronci ha trovato, per sua ammissione, uno staff di infermieri tecnicamente molto validi e affiatati che lavorano con spirito di gruppo. Un nuovo approccio a questo tipo di patologie, collegate all’aspetto territoriale, che, oltre ad aiutare coloro che si sono ammalati, potrà dare un valido contributo per prevenire il diffondersi di queste patologie con un utilizzo moderato, o non utilizzo assoluto, di determinate sostanze in agricoltura. Un ritorno alla coltivazione naturale e biologica, intesa, però, come adattamento alla natura e alle esigenze della salute umana della produzione agricola. Un vero passo in avanti.