AVEZZANO – Settimana giudiziaria al palo, quella appena iniziata, a causa di uno sciopero degli avvocati proclamato dalla Camere Penali d’Italia contro la riforma del governo. Una riforma che, secondo i legali, per dirla in soldoni, andrebbe a sopprimere importanti istituti di garanzia della difesa diventando, in sostanza, una “giustizia giustizialista”.
D’altronde la fonte di ispirazione di una tale riforma è piuttosto chiara e, benché dietro ogni istituto giuridico e giurisprudenziale vi siano millenni di evoluzione del diritto, evidentemente ciò non è bastato per frenare su evidenti forzature. In questo caso non possiamo non essere concordi con gli avvocati penalisti italiani.
Lo sciopero inizia martedì 20 si concluderà venerdì 23, e si terranno solo le udienze con i detenuti. Fra le udienze che salteranno, ad Avezzano, c’è quella, in programma proprio per domani, martedì 20, per l’omicidio di Via Jugoslavia. Si tratta dell’uccisione per schiacciamento con una automobile contro un cancello di Said Erradi, marocchino di 31 anni, ucciso per una questione di droga, nella notte fra il 3 e 4 dicembre 2013, da un terzetto di avezzanesi che sarebbe stato formato da Angelo e Antonello Ferreri, e Angelo Rodorigo, rispettivamente di 35, 33 e 33 anni, difesi dagli avvocati difensori, gli avvocati Roberto Verdecchia, Antonio Milo e Stefano Guanciale. Si tratta del nono rinvio, se non abbiamo contato male, e, soprattutto, siamo già a cinque ani dai fatti e non vi è nemmeno l’inizio del processo. Questo è il vero problema della giustizia, altro che eliminare la prescrizione. Dare certezza di una sentenza ed, eventualmente, di una condanna o di una assoluzione in tempi congrui e rapidi.
Ma ad Avezzano, in tema di giustizia, si pensa anche ad altro. Il problema del tribunale e della sua salvezza. Notizie contraddittorie, affermazioni di esponenti della maggioranza di governo che dicono tutto e il contrario di tutto, ma una sensazione che alla fine, se non si troverà una soluzione, Avezzano, così come Sulmona, Vasto e Lanciano, perderanno il proprio tribunale. Per evitare ciò, serve impegno e serietà bandendo annunci e rassicurazioni basate solo sul nulla. Alla fine, come di tutta evidenza, saranno i fatti a parlare e i cittadini marsicani a pagare una tale inefficienza della politica.