di Pierluigi Palladini e Roberta Placida
AVEZZANO – C’era una volta un ospedale ad Avezzano. C’erano tanti reparti, tanti servizi e soprattutto c’erano tante eccellenze e servizi moderni e all’avanguardia.
Poi, come in una specie di incubo, un giorno dopo l’altro, come cantava malinconicamente Luigi Tenco, tutto è cambiato e man mano reparti e servizi sono andati sparendo.
Fra le vittime delle scomparse, veri casi da X-Files, c’è stato quello misterioso del parto indolore. Tecnicamente ha un altro nome, ma preferiamo per chiarezza chiamarlo in questo modo. Fino a qualche anno fa il servizio era previsto e c’era un anestesista nel reparto neonatale a disposizione delle neo-madri per praticare l’iniezione che consente di partorire senza affrontare i dolori del parto naturale. Improvvisamente è sparito l’anestesista, è sparito il servizio e per sicurezza è stato cancellato anche dall’elenco dei servizi messi a disposizione delle donne da parte della Asl Avezzano, Sulmona L’Aquila.
Chi chiama oggi per chiedere questo servizio, quindi, si sente rispondere che non c’è e che deva andare fuori Marsica. A cosa può portare tutto ciò? Probabilmente ad un calo di nascite all’ospedale di Avezzano, che supera stabilmente i 1000 parti l’anno, quota necessaria per mantenere il reparto con tutti, e ribadiamo tutti, i servizi. Una volta sceso il numero delle nascite sotto quota mille, per logica conseguenza si riaprirebbero le porte a scellerate rimodulazioni dei servizi in favore di… altri.
MarsicaWeb, qualche giorno fa, è andata a sentire i responsabili del reparto ostetricia, ginecologia e pediatria, Giuseppe Ruggeri e Maurizio Mantovanelli insieme a Monia Gentile, presidente della Fondazione Giano, che tanto collabora con le strutture sanitarie della Marsica in favore dei bambini e delle donne e che ha raccolto decine di segnalazioni in ordine a questo problema.
L’intervista la pubblichiamo solo oggi perché abbiamo dovuto aspettare che la dirigenza Asl in un qualche modo ci desse il permesso di pubblicare le immagini… degli studi privati dei due medici.
Diciamo due cose: l’intervista la avremmo pubblicata in ogni caso. Odierni avvenimenti ci hanno fatto venire qualche dubbio che preferiamo tenere per noi.
Ma ora lasciamo la parola ai dottori Ruggeri e Mantovanelli e a Monia Gentile.