di Americo Tangredi
SULMONA – “Quando le vostre gambe sono stanche, camminate con il cuore” così diceva Papa Giovanni Paolo II e sembra che questo prezioso consiglio sia stata recepito dai giovani delle diocesi di L’Aquila, Avezzano e Sulmona che hanno partecipato al cammino in vista del sinodo nello scorso agosto.
Nella serata di sabato 27 ottobre, a più di due mesi dal cammino e dall’incontro con Papa Francesco, i giovani pellegrini si sono ritrovati nella parrocchia di Maria SS. Ausiliatrice nella città di Ovidio per rivedersi e proseguire nuovamente il cammino. La serata è iniziata con un momento di preghiera dove i giovani, dinanzi al Santissimo Sacramento hanno affidato le loro gioie ed i loro dolori, le loro forze e le loro paure. Successivamente, nel salone parrocchiale c’è stato un momento di fraternità con cena annessa dova ha partecipato anche il vescovo di Sulmona monsignor Michele Fusco.
Alle 21;30 è stato proiettato un cortometraggio, dal titolo “Il cammino da L’Aquila a San Gabriele”, in cui si osservano le riprese fatte durante il cammino, nella festa dei giovani a San Gabriele e nelle giornate di Roma intervallate da interessanti interviste fatte ai giovani partecipanti. Ricordiamo che sono stati 72 i ragazzi – delle diocesi di L’Aquila, Avezzano e Sulmona – che nello scorso agosto hanno preso parte al cammino L’Aquila- Santuario di San Gabriele dell’Addolorato in vista dei giorni dell’incontro “Per Mille Strade” con papa Francesco a Roma.
E proprio nella giornata di ieri è stato ufficializzato il documento finale del Sinodo dei vescovi sui giovani. In un passo significativo possiamo leggere l’ardente desidero dei giovani di essere ascoltati: «I giovani sono chiamati a compiere continuamente scelte che orientano la loro esistenza; esprimono il desiderio di essere ascoltati, riconosciuti, accompagnati. Molti sperimentano come la loro voce non sia ritenuta interessante e utile in ambito sociale ed ecclesiale. In vari contesti si registra una scarsa attenzione al loro grido, in particolare a quello dei più poveri e sfruttati, e anche la mancanza di adulti disponibili e capaci di ascoltare».