CAPISTRELLO – L’Amministrazione comunale non fornisce i documenti all’opposizione, e la minoranza allora fa intervenire le forze dell’ordine per farsi dare quanto richiesto. È quanto avvenuto a Capistrello dove i consiglieri dell’opposizione del Sindaco Ciciotti, dopo aver atteso mesi per avere documenti, peraltro moti oggetto anche di delicate indagini della Procura di Avezzano, hanno dovuto chiedere l’intervento dei Carabinieri per ottenere ciò che, in realtà spettava loro per legge.
Questa la nota dell’opposizione: «Non siamo in condizione di poter esercitare il nostro mandato e le nostre prerogative di Consiglieri comunali: da mesi ci vengono negati atti amministrativi , alcuni dei quali oggetto delle attività di indagine da parte della Procura della Repubblica di Avezzano – inizia così la nota stampa dei Consiglieri di opposizione Francesco Piacente, Dina Bussi, Alessia Fantozzi, Alessandro Lusi e Wilma Stati – Abbiamo atteso per mesi, con pazienza e disponibilità, che gli uffici ci consegnassero gli atti oggetto delle nostre formali richieste. Sono scaduti tutti i termini di legge senza che ci sia stato consentito né di prendere visione né tanto meno di poter estrarre copia. Una situazione gravissima che non possiamo tollerare: i Consiglieri comunali per legge possono avere accesso a tutti gli atti dell’Amministrazione comunale e questo atteggiamento ostruzionistico rappresenta una negazione della democrazia. Nel corso dei mesi – spigano i consiglieri di minoranza – abbiamo informato a più riprese il Sindaco, l’Assessore alla trasparenza Moreno Persia e l’intera Giunta del grave sopruso che stiamo subendo, ma nessuno ha risolto l’inconveniente. Se a questo si aggiunge che diverse delle carte negate riguardano le indagini a carico dell’Amministrazione comunale si comprende come la situazione sia diventata davvero insostenibile – continuano i Consiglieri nella nota – Per tutte queste ragioni, dopo aver atteso inutilmente per mesi, siamo stati costretti a chiedere l’intervento delle Forze dell’ordine nel tentativo di vedere rispettati i diritti della minoranza. Avremmo potuto anche denunciare direttamente alla Procura della Repubblica l’accaduto, ma come tutti sanno ci siamo sempre rifiutati di utilizzare lo strumento degli esposti e delle denunce: in questi anni mai da parte nostra è stato denunciato alcun amministratore di questo comune, distinguendoci, anche in questo, nei confronti di Ciciotti che, quando era all’opposizione, ha invece ampiamente utilizzato denunce ed esposti come armi di lotta politica. A seguito dell’intervento dei Carabinieri dobbiamo dire che il Segretario comunale si è subito attivato e ha intimato all’Ufficio tecnico di consegnarci gli atti: speriamo – concludono – che questa presa di posizione risolva definitivamente la vicenda scongiurando
l’eventualità che la questione venga denunciata all’Autorità giudiziaria».
Un episodio che ha una sua gravità, qualora fosse completamente confermato dai fatti e dalla risultanze. In una democrazia lo scambio fra maggioranza e minoranza può essere acceso nei torni, ci può scappare anche qualche atto un po’ sopra le righe, chi ha oltre i 50 ricorda le risse, spesso non solo verbali, alla Camera dei Deputati fra Sinistra e Destra. Ma sul fatto di non fornire documenti, negare diritti previsti dalla legge, impedire all’avversario di fare il suo lavoro politico, quello si, si è già visto pure questo in Italia. In un’altra epoca, tanti e tanti anni fa, quasi un secolo fa. E nessuno ne ha nostalgia.