di Americo Tangredi
MAGLIANO DEI MARSI – Nella giornata in cui si celebra la figura di San Francesco d’Assisi il santo patrono della nostra cara Italia, un nostro piccolo pensiero lo vogliamo rivolgere ad un marsicano importante: Tommaso da Celano. I suoi scritti hanno permesso a numerose generazioni di nutrirsi dell’esempio, della storia e delle vicende umane del santo poverello d’Assisi.
Tommaso nacque intorno al 1190 a Celano, la sua vocazione lo portò all’ingresso nell’ordine francescano nel 1215. Non fu il primo discepolo di Francesco, però si guadagnò la sua stima soprattutto grazie alla sua vasta cultura. Volontariamente si offrì di partire, nel 1221, per portare il messaggio del nuovo ordine francescano in terra tedesca. Di questo suo viaggio ne abbiamo testimonianza nelle Cronache ed altre testimonianze francescane e nel verso 2345 possiamo leggere queste parole: “Tommaso da Celano, che scrisse la prima e la seconda vita di Francesco”.
Tornato in Italia, visse nella stretta cerchia di San Francesco. Egli stesso visse da vicino la morte del santo di Assisi il 3 ottobre del 1226 e la proclamazione a santo, fatta da papa Gregorio IX il 19 luglio del 1228. Fu lo stesso Gregorio IX che commissionò di redigere una vita di San Francesco; se pur fatta in modo egregio non riscontrò il successo sperato. Nonostante ciò, egli scrisse moltissimo. Ricordiamo i suoi scritti: La Vita Prima, La Vita Seconda, La Vita di Santa Chiara, Due Lodi del Poverello e la sequenza del Dies Irae. Nel 2015, la biblioteca nazione di Parigi acquistò per 60.000 euro un prezioso documento che redige una nuova Vita di San Francesco scritta da Tommaso.
Caduto un po’ in disgrazia, Tommaso nel 1260 ottenne la direzione spirituale del convento delle clarisse di Tagliacozzo. Morì a Val dè Varri nel 1265 circa: le sue spoglie sono conservate presso la meravigliosa chiesa di San Francesco in Tagliacozzo. Qui continua omaggi per la sua importante funzione di storico e viene ricordato come il Beato – per acclamazione popolare – Tommaso da Celano.