AVEZZANO – Annalisa Cipollone è, alla buon’ora, ufficialmente consigliere comunale di Avezzano. Il Consiglio comunale, dopo sette mesi di battaglia giuridico-amministrativa, ha proceduto alla surroga di Francesco Paciotti, consigliere arrivato terzo nella sua lisa e fratello del capo di gabinetto di De Angelis, con Annalisa Cipollone che aveva legittimamente conquistato il seggio.
Convenevoli a parte, e che forse potevano anche essere risparmiati vista la costituzione in giudizio davanti al Tar della stessa Amministrazione comunale, ora l’Assise è finalmente composta dai soli aventi diritto. Pare una banalità ma, dati i tempi, non lo è. La Cipollone ha fatto comprendere subito di essere molto critica con l’attuale maggioranza composta per più della metà dalla ex minoranza, ovvero dagli avversari di De Angelis in campagna elettorale.
Opposizione scatenata con due ore di interventi rivolti principalmente alle scelte del sindaco e al metodo che, secondo loro, sta scavando ogni giorno di più un solco incolmabile fra città e cittadini da un lato e la sua amministrazione dall’altro. Senza contare le critiche ed i rilievi tecnico-giuridici e finanziario-erariali alla scelta di costituirsi in giudizio in un procedimento amministrativo dall’esito scontato. Chi pagherà. Noi una mezza idea ce l’abbiamo.
Questa, invece, la nota diffusa a fine Consiglio dall’intero gruppo di opposizione: «Oggi siamo nella sala consiliare principalmente per riparare gli errori commessi all’origine, all’assegnazione dei seggi, ma nei quali il sindaco Gabriele De Angelis ha perseverato e insistito, a dispetto della battaglia per la legalità condotta da tutta l’opposizione e persino delle chiare indicazioni del Prefetto, e a spese non solo della Consigliera eletta dal popolo, ma soprattutto a spese della cittadinanza».
É tranciante l’intervento dei tenaci Consiglieri della minoranza – quelli rimasti leali al mandato elettorale conferito loro dai cittadini – oggi nella sala consiliare per la surroga della consigliera Annalisa Cipollone, cui da ultimo il TAR ha riconosciuto la titolarità del seggio in Consiglio occupato per mesi da Francesco Paciotti.
«Abbiamo richiamato più volte, e ufficialmente, la Presidente del Consiglio e il Sindaco al rispetto dei principi democratici e della legge, ricordando come pure il Ministero dell’Interno e la Prefettura avessero condiviso i motivi del ricorso presentato dalla Cipollone. Li abbiamo fermamente invitati a porre rimedio all’abuso e a non dare corso ad altri atti che in seguito avrebbero potuto essere oggetto di contestazione e richieste risarcitorie», ha ricordato Giovanni Di Pangrazio, avanti a testa bassa nell’assise civica con Domenico Di Berardino, Mario Babbo, Roberto Verdecchia, Gianfranco Gallese, Cristian Carpineta, Francesco Eligi.
«A tutto questo ha risposto la solita arroganza cieca di questa Amministrazione e di un Sindaco che non ascolta la città,- hanno rimarcato nel corso della seduta i consiglieri Roberto Verdecchia e Cristian Carpineta – non certo una novità purtroppo, come testimoniano i fatti che oggi caratterizzano questo Governo cittadino. La stessa arroganza che ha scavato un abisso tra il Sindaco e i cittadini, oggi alle prese con decisioni “calate dall’alto” da un sindaco lontano dagli avezzanesi, e dal suo ristretto gruppo, e di cui poi fa le spese la città. Un gruppo tra l’altro – è la stoccata di Di Pangrazio – in cui le facce sono ben diverse da quelle dell’esordio di De Angelis e dove si procede “per poltrone”, non certo lavorando sui programmi come da noi proposto, con assoluta lealtà nei confronti della città, quando ottenemmo il ripristino della legalità attraverso ben due giudizi, quello del TAR e quello del Consiglio di Stato. Ovviamente, il sindaco De Angelis, com’è ormai nel suo stile conclamato, si è adoperato per guadagnare tempo, utile a fare campagne acquisti e blindare la poltrona, non certo per il tanto decantato “bene della città”, visto che le spese le fa pagare proprio ai cittadini, dai procedimenti dell’anatra zoppa – costato circa 40mila euro – alla costituzione nel giudizio pendente dinanzi al TAR che ha poi dato ragione ad Annalisa Cipollone, fino al pagamento di eventuali legittime pretese risarcitorie. Spieghi ora il Sindaco il motivo per cui, senza ragione né fondamento, il Comune si è costituito in questo giudizio, quando in realtà nulla cambia per l’Ente se in Consiglio siede l’uno o l’altro personaggio».
Sul punto rincara la dose Domenico Di Berardino, presidente del Consiglio cittadino nell’ex amministrazione, che ammonisce: «I soldi dei cittadini vanno spesi per opere e servizi a favore della comunità, non per scegliersi i consiglieri da far sedere in Comune».
Il Consigliere Mario Babbo ha richiamato la Segreteria e l’Avvocatura dell’Ente alle responsabilità riconducibili ai due Funzionari, dal momento che sulla questione della surroga i loro pareri non possono non aver avuto un peso nelle determinazioni seguenti dell’Amministrazione.
«E sì che vi è un precedente – hanno ricordato a margine della seduta i Consiglieri – nell’amministrazione Di Pangrazio vi fu un consigliere che presentò ricorso in un caso analogo, e vinse, ma l’Amministrazione, correttamente, in aderenza al ruolo di garanzia e di tutela degli interessi della collettività, non prese parte alla vicenda, interessandosi unicamente che fossero rispettate le leggi e occupandosi della rapida applicazione di quanto disposto dagli organi competenti. Spieghino, De Angelis e la presidente Cosimati, come mai oggi siamo di fronte a ben altro, e rispondano dei guasti ai cittadini».