di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – Finalmente Avezzano conosce i risultati delle elezioni comunali. Peccato che arrivino dopo 15 mesi dalle elezioni, due proclamazioni degli eletti, tre sentenze (due del Tar e una del Consiglio di Stato), quattro giunte e un particolare fenomeno, a nostro avviso anche un tantino disdicevole, in base al quale chi era in opposizione ora siede in maggioranza e viceversa. Più d’uno, inoltre, fra coloro che hanno vinto la “guerra”, o che quantomeno ha collaborato a farla vincere, si trova addirittura fuori dalla porta costretto a far da spettatore di questo triste e avvilente spettacolo.
Ma andiamo per gradi e torniamo ai fatti.
Questa mattina, intorno alle 10, il Tar ha emesso e pubblicato al sentenza sul ricorso che Annalisa Cipollone aveva presentato contro la proclamazione a consigliere di Francesco Paciotti. I due, entrambi candidati con la lista “Innovazione” nella coalizione dell’attuale sindaco di Avezzano, erano giunti rispettivamente seconda e terzo, dietro ad Emilio Cipollone.
Quest’ultimo, come si ricorderà, si dimise da consigliere perché nominato in giunta con la carica di Vice Sindaco, un riconoscimento al lavoro di quattro anni che ha consentito, un anno fa, all’attuale primo cittadino avezzanese di diventare l’inquilino di Palazzo di Città. Al suo posto subentrò Francesco Paciotti. Il tutto sulla scorta della proclamazione degli eletti fatta dal Presidente del Tribunale del tempo, Forgillo, che aveva applicato, nel dare il premio di maggioranza alla coalizione “Insieme”, una norma da Common Law, giurisprudenza anglosassone, insomma, nella quale spesso il buon senso prevale sul diritto. Ma siamo in Italia e ci son leggi che, per quanto possano apparire strane, comunque sono in vigore e vanno applicate e rispettate.
Sulla scorta della legge elettorale vigente per gli enti locali, quindi, la coalizione dell’ex Sindaco Gianni Di Pangrazio, presentò ricorso al Tar in quanto riteneva di essere stata defraudata di molti posti in Consiglio e ciò in quanto, a loro avviso, al primo turno, quello delle liste, avevano ottenuto un risultato che aveva avuto la maggioranza assoluta. Ad ottobre dello scorso anno, come noto, il Tar dette sostanzialmente ragione alla coalizione Di Pangrazio e, il 9 novembre 2017, il Consiglio di Stato concesse la sospensiva al sindaco di Avezzano sull’applicazione del disposto del Tar Abruzzo.
A febbraio scorso, poi, l’esito finale, con la declaratoria dell’anatra zoppa e De Angelis divenuto un sindaco di minoranza. Una vittoria a metà, un’anatra zoppa, una automobile senza ruote, insomma, Nel procedere alla nuova proclamazione, però, in Consiglio fu confermato Francesco Paciotti, fratello del Capo di Gabinetto del sindaco di Avezzano, Claudio Paciotti, nonostante fosse giunto terzo dietro alla Cipollone. Questa, quindi, avviò la sua istanza, dapprima diretta al Comune, e poi, di fronte ad una serie di dinieghi, con il ricorso al Tar.
Da quel dì, però, sono trascorsi mesi, tenuti tanti Consigli comunali, sono state adottate delibere, anche di appalti e spese, formate commissioni e persino totalmente mutata la maggioranza, prima civica ora palesemente e dichiaratamente politica e formata dal classico centrodestra. In tutto questo, però, Annalisa Cipollone, non ha potuto mai dire la sua perché costretta tra i banchi del… pubblico. Oggi, a quindici mesi dalle elezioni e a undici dall’avvio del ricorso, finalmente Annalisa Cipollone si è vista riconoscere il suo diritto a sedere in Consiglio comunale ad Avezzano, in quanto legittimamente eletta dai cittadini.
Ma la conseguenza di questa sentenza non è solo questa. Il Tar, infatti, ha stabilito che il Consiglio comunale di Avezzano doveva considerare annullata direttamente la delibera dell’agosto dello scorso anno, quella originaria in quanto, essendo stata proclamata l’anatra zoppa, alla lista “Innovazione” spettava un solo consigliere. Sulla base di questo ragionamento, essendosi dimesso Emilio Cipollone, e quindi decaduto, al suo posto andava nominata Annalisa Cipollone e non Francesco Paciotti che, invece, deve considerarsi il primo dei non eletti di quella lista.
Ma ecco il passaggio fondamentale espresso dai giudici amministrativi aquilani nella sentenza: «Il ricorso è fondato. Nel giudizio amministrativo, l’effetto caducatorio del provvedimento impugnato non sempre esaurisce le implicazioni della statuizione giudiziale di annullamento, per cui, in sede di ottemperanza al giudicato, devono essere considerati tutti gli effetti legalmente dovuti e potenzialmente inclusi nella pronuncia del giudice, necessari per ricondurre a legittimità l’azione amministrativa. In definitiva, non avrebbe certamente senso annullare un atto amministrativo se alla pronuncia caducatoria non facesse seguito l’obbligo dell’Amministrazione di ripristinare la situazione di fatto o di diritto preesistente al provvedimento impugnato, essendo il privato interessato non tanto alla caducazione del provvedimento stesso quanto, e
soprattutto, ad ottenere il bene della vita sottrattogli illegittimamente dall’esercizio non corretto del potere amministrativo e trovando ragione l’obbligo di ripristino nell’esigenza di riequilibrare gli effetti prodotti dal provvedimento prima del suo annullamento; effetti questi che non possono mantenersi, perché sarebbe contraddetta, altrimenti, l’efficacia ex tunc dell’eliminazione del provvedimento annullato. È, dunque, l’effetto ripristinatorio una diretta conseguenza della caducazione del provvedimento, conseguenza che rientra pienamente nei doveri di esecuzione che gravano sull’Amministrazione in conseguenza della sentenza di annullamento.
Nel caso di specie, in virtù della sentenza di annullamento parziale dell’atto di proclamazione degli eletti, che attribuiva alla lista n. 22 l’assegnazione di due seggi, in favore della medesima lista n. 22 era accertata la spettanza di un solo seggio.
Orbene, gli effetti ex tunc della sentenza di annullamento parziale delle elezioni hanno determinato il travolgimento automatico degli atti che in essa trovavano il loro presupposto. Tra tali atti risultava caducata la deliberazione del Consiglio comunale di Avezzano 4 agosto 2017, n. 47, che disponeva la surroga, in favore di Francesco Paciotti, del posto di consigliere comunale resosi vacante a seguito della cessazione da tale caricahttps://www.giustizia-amministrativa.it/cdsavvocati/ucmProxy
8 di 10 18/09/2018, 10:50 del consigliere Emilio Cipollone. Questo provvedimento, infatti, era adottato sulla base dell’originario atto di proclamazione degli eletti, che attribuiva due seggi alla lista n. 22. L’effetto caducatorio e ripristinatorio della sentenza di annullamento dell’atto di proclamazione degli eletti obbligava il Comune a rinnovare quindi anche gli atti ad esso conseguenziali, quale l’atto di surroga in favore di Francesco Paciotti e quindi a riattribuire l’unico seggio spettante alla lista 22, in conformità a quanto previsto dall’art. 45, comma 1, del D.Lgs. 18/08/2000, n. 267, secondo il quale il seggio vacante va attribuito in favore del candidato o della candidata che, nella medesima lista, segue
immediatamente il candidato eletto e decaduto.
Nella specie, in virtù della decadenza dalla carica di consigliere comunale di Emilio Cipollone (primo della lista), l’unico seggio spettante alla lista 22 spetta quindi, per effetto della surroga ex art. 45, comma 1, del d.lgs. 267/2000, ad Annalisa Cipollone, che, in relazione al numero di voti conseguiti, è collocata in seconda posizione di lista. Non residua alcun seggio, invece, per il candidato Francesco Paciotti, giacché soltanto terzo, come numero di voti, nelle medesima lista.
Il Comune, pertanto, in corretta ed integrale esecuzione delle statuizioni contenute nella sentenza del TAR n. 417/2017, confermata dal Consiglio di Stato con la decisione n.1067/2018, entro il termine di giorni 30 dalla notifica o dalla comunicazione in via amministrativa della presente decisione, dovrà provvedere all’adozione di un nuovo atto di surroga in favore di Annalisa Cipollone e a rinnovare correttamente l’atto di convalida degli eletti, stante la nullità, per la non corretta ottemperanza alle citate
sentenze, dell’atto di convalida degli eletti adottato dal Consiglio comunale con la deliberazione 10 marzo 2018, n.1. Le spese di lite, in ragione della complessità della questione, possono essere integralmente compensate tra le parti.
Per Questi Motivi – Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo (Sezione Prima), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie nei sensi indicati in motivazione. Spese compensate. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa. Così deciso in L’Aquila nella camera di consiglio del giorno 12 settembre 2018».
In sostanza, l’irregolarità nella surroga di Emilio Cipollone con Francesco Paciotti e non Annalisa Cipollone, è da considerarsi commessa dall’inizio, essendo stata annullata, con l’anatra zoppa, la originaria proclamazione degli eletti (quella del 29 giugno 2017) e, quindi, la conseguente delibera di convalida degli eletti con insediamento del Consiglio dell’Agosto 2017. Il Consiglio non ha ottemperato nemmeno alle note prefettizie e, ora, in questi quindici mesi, ha operato e deciso con un elemento che non era legittimato a farne parte. Una sentenza che, quindi, potrebbe persino far scaturire responsabilità di carattere contabile e di erario, dalla costituzione del Comune come istituzione che invece è ente terzo in queste situazioni fino ai possibili danni ed abusi nelle deliberazioni, ma anche di carattere penale se si dovessero configurare abusi d’ufficio commessi in qualche passaggio fino all’attuale sentenza.
Una sentenza che potrebbe comportare anche qualche scossone. In giunta sicuramente. Molti sono i rumors che danno almeno due, per alcuni addirittura tre, assessori in uscita, e potrebbero esserci sorprese anche per il resto dell’entourage del primo cittadino. Ma anche il Consiglio comunale potrebbe avere qualche rimescolata e anche di una certa rilevanza. Si parla di un clamoroso passaggio da una dichiarata sinistra addirittura al fronte opposto, ma ne parleremo quando tutto sarà chiaro, e quindi ad una reset di parte dei banchi di una parte e dell’altra. Insomma più che un Consiglio comunale, un organismo monocellulare che si scompone e ricompone senza un chiaro meccanismo razionale.
Ovviamente non sono tardate ad arrivare le reazioni. Recordman di velocità, il consigliere di opposizione Roberto Verdecchia che ci ha fatto avere il suo commento qualche minuto, pochi davvero, dopo la pubblicazione della sentenza: «Ripristinata la legalità e la piena volontà popolare dei cittadini avezzanesi. Quel che dispiace – sottolinea Verdecchia – e ci duole è che per gli errori palesi degli altri (vedasi e leggasi ex Presidente del Tribunale Forgillo su cui ci sarà molto da discutere nelle opportune sedi giudiziarie) la maggioranza che non aveva luogo di essere alla data dell’8 febbraio, grazie alla campagna acquisti oggi sembrerebbe essersi fortificata. Ma – si chiede e conclude Verdecchia – durerà e supererà le nuove elezioni alle porte?».
Breve, netto sferzante anche l’altro consigliere di opposizione, Mario Babbo: «Anche questa débâcle, così come le tante altre che oramai investono Avezzano, poteva essere evitata se si fosse dato ascolto a chi – dichiara Babbo – , sin da subito, aveva suggerito di ristabilire la legalità in Consiglio comunale con il giusto ingresso della signora Cipollone. In questo caso, come nel caso dell’anatra zoppa, ahimè, la protervia di chi, e né sono stati tanti, ha ritenuto di ergersi a maestro del diritto – conclude Babbo – , è stata rispedita al mittente».
E non si è fatta attendere nemmeno la dichiarazione del sindaco di Avezzano, inoltrata per mezzo del fido portavoce, Roberto Alfatti Appetiti: «Soddisfazione per la ricomposizione finale del Consiglio comunale” – è espressa dal sindaco – . Finalmente si chiude la lunga parentesi processuale con il ritorno in consiglio di Annalisa Cipollone. A nome personale e della maggioranza, coesa e compatta intorno al programma di mandato, do il bentornato alla consigliera, nella consapevolezza che offrirà un contributo importante all’attività amministrativa. Un ringraziamento – conclude il sindaco – lo rivolgo anche a Francesco Paciotti, per l’impegno profuso sinora».
A seguire alleghiamo la sentenza e annunciamo il ritorno con ulteriori reazioni e commenti a questa ennesima novità su questa travagliata amministrazione comunale avezzanese.