di Roberta Placida
AVEZZANO – Forse i nostri lettori affezionati e forse anche quelli a cui non stiamo molto simpatici stavano aspettando da ieri il nostro pezzo sull’”evento” di questa estate 2018: l’inaugurazione della nuova fontana di Piazza Risorgimento. Ce la siamo presa con calma: in fondo dopo i tanti proclami fatti non costituiva più una notizia da dare con urgenza. Infatti non la tratteremo come tale, ma come un argomento da cui trarre spunti di riflessione. A voi la scelta se seguirci e continuare a leggere fino in fondo, oppure se interrompere la lettura e passare ad altro.
È chiaro che non entriamo nel discorso puramente estetico: la bellezza, si sa, è soggettiva, anche se dei canoni ci sono, e ciò che può piacere ad una persona, può non piacere ad un’altra. E fin qui, “no problem” o “nulla quaestio” che dir si voglia, però, lasciatecelo dire, la grandezza della vasca, il suo essere quasi a livello con lo spazio pedonabile porrà dei seri problemi di sicurezza soprattutto in inverno: forse qualche protezione andava inserita anche per limitare la fuoriuscita dell’acqua soprattutto nelle giornate di vento; inoltre, tutto l’impianto, nella sua modernità, nel suo “guardare al futuro”, ma non abbiamo visto sfere di cristallo – passateci l’ironia, anche se ormai ci siete abituati e ve la aspettate -, non ci sembra bene armonizzato con l’ambiente circostante: a questo proposito un nostro lettore ha detto, con una calzante metafora, che la nuova fontana sta a Piazza Risorgimento, come le scarpe da ginnastica sotto lo smoking.
Riteniamo, inoltre, che qualche albero avrebbero potuto lasciarlo per incorniciare la fontana stessa e mantenere, almeno in parte, la centralità della Cattedrale. È vero, non siamo tecnici – anticipiamo i nostri detrattori – ma siamo, come detto in altro articolo, esseri pensanti e esercitiamo il nostro diritto al libero pensiero e alla sua libera espressione: un giornale non è e non può essere il luogo del “va tutto bene sempre e comunque” e anche qualora un’amministrazione facesse tutto bene, un giornale non dovrebbe usare toni trionfalistici e di esaltazione: in fondo, per dirla con il Vangelo: «Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». Quindi se si fa ciò che si è promesso è solo dovere.