AVEZZANO – Sulla questione pista ciclabile interviene Tiziano Genovesi, vice presidente dell’Aci L’Aquila, per dire la sua su quello che sembra essere diventato il tormentone dell’estate Avezzanese. Un parere esperto e critico su un aspetto che anche questo giornale ritiene fondamentale, ovvero il metodo con il quale si è arrivati a questa decisione. ma lasciamo volentieri la parola a Genovesi.
«La pista ciclabile per una città rappresenta un segno di progresso, questo nessuno può negarlo, soprattutto quando questa viene realizzata con fondi ministeriali e quindi a costo zero per la comunità, ma voglio analizzare e lanciare qualche spunto in merito, per fare un po’ di chiarezza su tutti i pro ed i contro.
Personalmente sono a favore della pista ciclabile, ma sono contro il metodo con il quale si è arrivati alla realizzazione. Capisco che i tempi per la partecipazione al bando erano strettissimi, ma a mio avviso era necessario coinvolgere meglio anche i cittadini e le associazioni di categoria, che avrebbero potuto dare spunti interessanti per renderla migliormente fruibile a tutti. La soluzione più funzionale sarebbe stata quella della realizzazione di un “piano urbano della mobilità sostenibile” che come obiettivo principale deve creare un sistema urbano integrato dei trasporti, così da permettere a tutti i cittadini di migliorare le condizioni di sicurezza, ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico, le emissioni di gas inquinanti e migliorare i consumi energetici.
In caso di utilizzo dell’auto privata, sia per i residenti che per i pendolari, si doveva pensare a realizzare due parcheggi di scambio alle porte della città, ed uno a ridosso del centro, in modo da recuperare i parcheggi persi e non danneggiare le attività commerciali. In questi parcheggi, inoltre, era necessario realizzare dei punti per il bike sharing (noleggio a ore di biciclette) per incrementare e permettere la mobilità a due ruote in città, in maniera snella e veloce. Un’altro snodo dove poter prendere a nolo una bici dovrebbe essere al terminal di piazzale Kennedy, in modo che i tanti ragazzi che arrivano ad Avezzano da tutta la Marsica possano girare la città con la bicicletta.
Con un “piano urbano della mobilità sostenibile” si doveva poi pensare a programmare una massiccia campagna di formazione all’interno delle scuole elementari e medie della città, come già fatto da Aci qualche anno fa nel plesso scolastico Mazzini-Fermi, per educare tutti i ragazzi ad un sano e corretto utilizzo della bicicletta e della pista ciclabile.
In ultimo bisognava prevedere una serie di incentivi e bonus per tutti i dipendenti (statali e non) intenzionati ad utilizzare la bicicletta al posto dell’autovettura, sfruttando i numerosi finanziamenti dei bandi europei, e adottando per la certificazione del chilometraggio alcune app per smartphone, come Jojobob Bici e piedi, sull’esempio di tante città in cui questo sistema è già stato adottato e funzionante.
Un’opera importante e rivoluzionaria come questa, se realizzata con una più larga visione d’insieme, avrebbe dato un aspetto ancor più futuristico alla mobilità urbana della nostra città e anche ridotto di molto le inevitabili critiche che sono state sollevate nei confronti dell’amministrazione. Probabilmente tutto ciò è stato fatto solo per mancanza di tempo, vista l’imminente scadenza del bando, ma se ci fosse la volontà ci sarebbe ancora modo di recuperare».