di Americo Tangredi
L’AQUILA – Una folla di giovani si è radunata, nella serata di ieri 28 agosto, all’interno della basilica di Santa Maria in Collemaggio, attorno alla figura di papa Celestino V in occasione della 724° Perdonanza Celestiniana. Presente, tra i giovani aquilani, anche una rappresentanza di giovani marsicani della pastorale giovanile guidati da don Antonio Allegritti che hanno partecipato al cammino in vista del sinodo dei vescovi sui giovani dal 7 al 12 agosto scorso. La serata è iniziata con la celebrazione della Santa Messa presieduta dal Vescovo di Avezzano Pietro Santoro responsabile per la pastorale giovanile nella Ceam – Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana – ed animata dal coro diocesano giovanile San Massimo dell’Aquila. «Cari giovani – ha ricordato nell’omelia il Vescovo di Avezzano – il perdono è la vera alternativa ad una società senza cuore».
Una volta conclusa la celebrazione eucaristica, sempre all’interno della basilica, si è svolta la veglia animata dai ragazzi e dalle ragazze delle pastorali giovanili di Avezzano e L’Aquila. Questa veglia è stata divisa in quattro momenti ripercorrendo le parole dette da papa Francesco sia nel Circo Massimo e sia San Pietro nei giorni conclusivi della manifestazione “Per mille strade” l’11 e 12 agosto. All’interno di questi momenti di profonda riflessione, non è mancato un momento di forte testimonianza. Hanno preso la parola due ragazze di Villavallelonga, Maria Grazia Mastrella e Cleonice Ricci, raccontando di come sia stato importante il cammino in vista di un vero e proprio cambiamento positivo della loro vita.
Ricordiamo che la Perdonanza Celestianiana è stato il primo giubileo della Chiesa Cattolica: istituito da papa Celestino V il 29 settembre del 1294 tramite un bolla pontificia – esposta nei giorni della Perdonanza- con cui concedeva l’indulgenza plenaria a tutta l’umanità. Ponendo solo due condizioni: l’ingresso nella porta santa della Basilica di Collemaggio nell’arco compreso tra il 28 ed il 29 agosto giorno dell’anniversario dell’elezione di Celestino V e l’essere veramente pentiti e confessati. La bolla della Perdonanza introduce alcuni concetti che nella società di oggi sono quasi assenti: la pace, la solidarietà e la riconciliazione.
Ma per un giovane, la Perdonanza, possiede ancora un senso attuale? La risposta a questa domanda ce la da il giovane Don Federico Palmerini della pastorale giovanile dell’Aquila. «Credo che si possa dire – afferma don Federico – che la Perdonanza è un dono che si scopre cammin facendo, perché penso che del perdono se ne sente sempre il bisogno man mano che si cresce nella vita. Un giovane può aver bisogno di sperimentare in modo forte la misericordia di Dio per poter rinascere nella propria vita, trovandosi liberato da pesi, colpe e mancanze d’amore che lo schiacciano. Credo che il dono più grande di questo giubileo aquilano sia quello di ricordarci che abbiamo bisogno del perdono di Dio per poter a nostra volta perdonare noi stessi e gli altri. Solo dei giovani perdonati sapranno perdonare, e quindi, costruire un mondo più umano e fraterno».