di Roberta Placida
AVEZZANO – Quello che andate a leggere non è il solito articolo di informazione ma, come vedrete, un pezzo di “opinione”. Ci spieghiamo meglio. Vogliamo dirvi il nostro parere, le nostre riflessioni su quanto si vede nella nostra città. Ve lo anticipiamo, così potete mettere subito il filtro critico e leggerci con serenità: non vogliamo influenzarvi in alcun modo. Fate conto che stiamo ragionando ad alta voce e che per farlo usiamo la stampa, invece di un profilo Facebook o Twitter che tanto ormai vanno di moda. Ovviamente non abbiamo la pretesa di possedere il Vangelo, lasciamo ad altri tale delirio di onnipotenza e anche la responsabilità che una simile consapevolezza comporta. Abbiamo solo la certezza di possedere una mente pensante e pertanto ogni tanto la mettiamo all’opera, altrimenti sarebbe un talento sprecato.
E per incominciare a riflettere partiamo proprio da un profilo Facebook. Lo avrete già capito, quello di un noto assessore avezzanese di cui non possiamo tralasciare le esternazioni “social”: dal «non rompete le…», al «chi non è d’accordo può sempre cambiare città, mica sempre gli educati (gli educati sono tutti quelli che la pensano come lui, il che significa che tutti gli altri sono maleducati, ndr) devono rimetterci», all’ultima di oggi in cui, stanco di prendersela con gli avezzanesi se l’è presa con i celanesi . Citiamo testualmente «La soluzione è creare più parcheggi, magari togliendo la scalinata destinata ai fastidiosi pedoni. Celano, oggi.» A corredo di tale affermazione/consiglio/constatazione, una fotografia di macchine parcheggiate sulla citata scalinata. Qualcuno gli ha consigliato di occuparsi dei problemi di Avezzano, che, aggiungiamo noi, ne ha tanti e molti dei quali imputabili proprio all’assessorato che lo stesso rappresenta e di non avere l’ardire di dare consigli ad un’altra amministrazione: pronte le truppe cammellate che hanno suggerito una nuova chiave di lettura scagliando l’anatema che ovviamente riassumiamo: “non ce l’aveva con l’amministrazione, ma con la gente maleducata, incivile, cafona e inadeguata… (queste, ahinoi, le testuali parole)… Condanniamo in coro l’inciviltà…” e l’assessore dice di essere stato “travisato”, insomma, frainteso, come qualcun altro più in alto e più noto di lui lo era sempre. Forse l’assessore voleva fare ironia? E noi rispondiamo: «Peccato, caro assessore, ma non sei Alessandro Manzoni». Deve averci letto nel pensiero o qualcuno, chissà, lo ha richiamato all’ordine, perché dopo circa tre ore ha… rimosso il post. Film già visto e non una sola volta.
Ora, si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare cattivo esempio: il nostro assessore, consiglia/bacchetta/giudica i celanesi forse per nascondere le incompiute da lui proposte e attuate?
Cominciamo da Piazza Torlonia: in un nostro precedente articolo abbiamo lasciato la parola ad un esperto che ci ha illustrato la bellezza del progetto, ma anche i rischi che questo comporta in merito alla manutenzione dei giardini, sia per quanto riguarda i costi, sia per quanto riguarda il personale addetto alle potature che deve essere altamente specializzato. Evidentemente dobbiamo averli spaventati perché da circa un mese i lavori sono fermi: ci chiediamo: riprenderanno dopo la pausa estiva? Non dovevano finire entro l’estate? A dire il vero ci sono indiscrezioni al riguardo sui motivi dello stop dei lavori, ma noi non le riporteremo perché non possiamo verificarle e documentarle. Possibile che i soldi già spesi debbano finire così, in alberi tagliati, fosse scavate, e siepi sradicate?
E Piazza Risorgimento? Doveva essere finita e inaugurata il 10 Agosto scorso, quando, per l’occasione, voci di… Palazzo davano per special guest niente di meno che Fabrizio Moro. Peccato che l’ufficio stampa del vincitore di Sanremo abbia comunicato, con toni di categorica smentita, che Moro non sarebbe venuto qui ad Avezzano. Un vero peccato, perché i pullman con 20.000 partecipanti al concerto erano già sull’autostrada. Vabbè, poco male, tornando indietro hanno pagato sicuramente un pedaggio inferiore.
E ora veniamo al punto dolente: la pista ciclabile o circuito di mobilità sostenibile che dir si voglia. Fermo restando che non abbiamo nulla contro la ciclovia, che poi in realtà è l’unico nome conclamato, purché pensata e progettata secondo criteri di sostenibilità veri che tengano conto delle esigenze della città e soprattutto della sua conformazione topografica, diciamo solo questo: ci vuole un bel coraggio a chiamarla “pista ciclabile”! Stretta, in mezzo allo smog, pericolosa e… permetteteci il termine… isterica! Non è finita? Allora perché invece di farla a pezzi “staccati” non si finiscono i vari segmenti? Se invece i vari step sono conclusi, allora, ribadiamo il concetto: è.. isterica! E perché, se non è finita, già i ciclisti la usano? È lecito far usare un’infrastruttura non ancora terminata? Non è soggetta a collaudo? Inoltre, per fare spazio al circuito di mobilità sostenibile, oltre alla cancellazione di molti parcheggi, devono essere disinstallati dei dehors: sono stati installati e sono costati soldi: ora, alcuni esercenti ancora continueranno a beneficiarne, altri no. È proprio tutto così lineare?
Altra perplessità: l’estate avezzanese. Abbiamo contezza degli eventi organizzati realmente dal Comune? No? Noi sì. Sono… udite, udite… ben…. Quattro eventi: tutti gli altri che abbiamo potuto vedere sono il frutto della creatività e dell’intraprendenza di associazioni e cittadini di buona volontà che hanno presentato un progetto e su cui poi il Comune ha messo il… patrocinio. Non è farina del sacco dei nostri amministratori. C’è un modo di dire in proposito, ma ci asteniamo. Per completezza, i quattro eventi sono “La Notte Romantica”, “Cavalli sotto le stalle”, la rassegna del teatro amatoriale e… la fantasmagorica festa di fine estate offerta dal sindaco. Leggere il proclama con cui è stato presentato l’evento finale fa pensare ad una certa retorica che è meglio dimenticare. Una considerazione, però, la facciamo, sempre perché oggi ci piace riflettere ad alta voce: ma… quale regalo? Cari lettori, paghiamo le tasse e forse un minimo di relax, che peraltro ci è stato augurato dal solito noto amministratore, e divertimento ce lo meritiamo. Oppure i soldi nostri, smettiamola di chiamarli pubblici ché poi sembra non siano di nessuno, finanziano solo il balletto degli assessorati? Ci sembra di guardare da un anno a questa parte, come in un loop, la famosa scena di Karatè Kid: “metti la cera, togli la cera”, ad Avezzano reinterpretata in “Ti do la poltrona, mi riprendo la poltrona”. Corsi e ricorsi e ricorsi e ricorsi… ad libitum…per il bene della città.
E adesso insultateci pure.