di Germanico Patrelli
AVEZZANO – Il vice sindaco con delega ai Lavori pubblici, Lino Cipolloni, risponde all’ex assessore Roberto Verdecchia che, a seguito degli allagamenti del sottopasso di via Pagani con piogge abbondanti, “suggerisce” all’attuale amministrazione «di iniziare a pensare di intervenire programmando i lavori anno per anno in modo da costruire nuove reti idriche e fognanti».
«L’attuale amministrazione ha ritenuto l’opera prioritaria» – continua il vicesindaco – «tanto da inserirla subito nel piano delle opere pubbliche, mi stupisco del fatto che sia un assessore della passata amministrazione a sollecitare il problema, visto che finora nulla è stato fatto per la fognatura che attraversa quel sottopasso».
L’Ingegnere Francesco Di Stefano, precisa: «Con i 200mila euro investiti in questo piano di opere si potrà realizzare il raddoppio della fognatura dell’area del sottopasso ma non è detto che il problema dell’allagamento si risolva del tutto.»
Roberto Verdecchia risponde: «Corre l’obbligo di ricordare all’attuale Vice Sindaco eletto da 30 anni nella pubblica amministrazione e quindi costantemente amministratore sempre “per incanto” in maggioranza, seppur eletto in tre elezioni in minoranza, che il sottoscritto ha amministrato la res pubblica e ben sapeva prevedere e soprattutto conosceva i vulnus della città e che prevedere oggi la modestissima somma di euro 200mila per tentare di risolvere la problematica del sottopasso di via Pagani ex storica via Albense è un timido e modestissimo palliativo di risolvere le criticità esistenti ogni qualvolta si presenta una consistente pioggia.»
«In fondo» – continua l’esponente del PD in opposizione – «un Signor tecnico dirigente del comune di Avezzano, l’ingegnere Di Stefano Francesco, sul punto con chiarezza estrema precisa: “con i 200mila euro investiti in questo piano di opere si potrà realizzare il raddoppio della fognatura dell’area del sottopasso ma non è detto che il problema dell’allagamento si risolva del tutto” – continua Verdecchia – «quindi chi scrive non “suggerisce”, ma indica precisamente una concreta e fattuale programmazione delle opere pubbliche inerenti il sistema idrico fognante per l’intera città, e non il semplice voler considerare questo o quel sottopasso, soggetto a temporanea criticità, ma opere pubbliche per l’intera città, visto che ingenti danni si sono verificati anche nella parte sud con il c.d. “salto” dei tombini, stante la vetustà dell’opera risalente ad oltre quarant’anni.»
«Pertanto» – conclude Verdecchia – «-sì – ad opere pubbliche che servano al bene dell’intera collettività e –no– ad opere effimere, anche per come realizzate, quali ad esempio, da ultima l’attuale pista ciclabile ed altre situazioni del tutto frivole e poco utili.
Il tutto, ovviamente, per il… bene della città.