di Germanico Patrelli
AVEZZANO – Sono stati consegnati questa mattina, negli uffici tecnici comunali, i lavori della nuova pista ciclabile. Presenti per la firma ufficiale: Francesco Giulini della Giska di Roma, l’ingegnere Amedeo Figliolini, direttore di cantiere, l’architetto Alessandro Tursi, progettista e direttore dei lavori e l’ingegnere Francesco Di Stefano, dirigente dell’ufficio tecnico.
Estrapoliamo solo alcune parti del comunicato stampa che ci è pervenuto e vi evitiamo le sviolinate di questa amministrazione che notoriamente non ci piacciono. Figuriamoci poi quando si mette in ridicolo la cittadinanza con offese gratuite, diffuse da sostenitori e anche dall’assessore all’ambiente, non nuovo ad imprese di questo genere sui social. Noi riteniamo l’informazione una parte integrante della democrazia e quindi deve essere fatta nella correttezza e nella trasparenza più assolute. Per questo riteniamo di essere una testata libera e noi sì “senza padroni”.
L’architetto Tursi commenta, «La bici non è il fine ma è soltanto uno strumento che permette di far stare più persone nello spazio del centro cittadino – e poi anche lui bacchetta i commercianti, proseguendo – capisco che alcuni commercianti temono il cambiamento, è una reazione umana. Spesso però la paura ci fa perdere di vista quello che potremmo acquisire con i cambiamenti. I commercianti hanno già a che fare con la crisi che viene soprattutto dal commercio on line che li danneggia non poco. Quando rivive il commercio vengono abbattuti anche vandalismo e episodi di microcriminalità. L’uso della bici permette una ripartizione più democratica degli spazi in città e per questo può essere molto d’aiuto al commercio. È impensabile raggiungere il centro ognuno con un’auto, invece con la bici – conclude – ogni cittadino è più facile che diventi un potenziale cliente che potrà vivere l’esperienza di fare acquisti in sicurezza».
In tema di sicurezza forse chi ha studiato la pista ciclabile non è stato molto attento al clima della nostra città, e non parliamo solo di meteorologia, ma anche dei fenomeni di microcriminalità. Non si tratta di temere il progresso, ma di fare i conti con la realtà concreta e complessiva, ambientale, sociale ed economica, di questa città. Il progresso va prima armonizzato con l’ampliamento di servizi e infrastrutture, come crediamo che il dialogo e l’ascolto siano alla base di tutto, così anche la sensibilizzazione della popolazione sui temi della mobilità sostenibile. Tutte cose che questa amministrazione ha omesso di fare, tra “un fidatevi di me” e un “faccio come dico io”.
Nella zona centrale di Avezzano, per la conformazione del territorio, non c’è la possibilità di realizzare garage interrati o seminterrati, quelli realizzati a piano terra, grazie alla legge sul cambio di destinazione d’uso, sono diventati attività commerciali o abitazioni, aumentando il carico urbanistico. Pertanto l’individuazione e la realizzazione di posti auto, dovrebbe essere la priorità per la realizzazione di una pista ciclabile, così pensata, per tale motivo il problema parcheggi non sarà esclusivo dei commercianti ma coinvolgerà in maniera diretta tutti i residenti.
Le piste ciclabili, devono essere calate nella realtà cittadina, realizzando strutture a rinforzo del progetto per evitare che la loro vita sia breve.
«La città diventa “Smart”- commenta l’ingegnere Sergio Di Cintio – non con una pista ciclabile ma con mezzi di trasporto elettrici che portano in centro, visto che chi abita in periferia per esempio, non ha collegamenti e l’auto la deve prendere obbligatoriamente, creare aree vicino al parcheggio dove una volta lasciata l’auto si possa prendere una bicicletta, pagando magari con il pagamento contactless, visto che abbiamo i parcometri targati Cartagine. Quindi realizzare strutture e servizi prima e poi una pista fruibile dalla massa e non solo dai passeggiatori della domenica. Ancora, per ragionare con i numeri – continua Di Cintio – la larghezza della pista ciclabile è di 2,50 ml, la larghezza per mezzi di soccorso è di 3,50ml per un totale di 6,00ml. La larghezza dei parcheggi attuali è di 2,00 ml. Ciò significa – conclude – che per fare la pista ciclabile carreggiata ad un senso di marcia e parcheggi ci vogliono 8,00ml e le nostre strade non lo permettono».
L’architetto Tursi ha poi precisato che sono interventi reversibili, che non stravolgono il centro perchè non in cemento; che la ciclabile interessa strade che hanno su entrambi i lati il parcheggio e solo uno utilizzato per la pista. «È una questione di democrazia dello spazio – ha sostenuto Tursi- come si è deciso in un incontro pubblico presieduto anche dai rappresentanti dei commercianti, sul lato dove rimarrà il parcheggio, si passerà da quello blu a pagamento a quello di sosta breve con disco orario, che porterà a una turnazione delle auto. Importantissimi saranno i sottopassi in bici alla stazione, in modo che chi vive nella zona nord potrà scendere in centro in bici e viceversa. Ci saranno, infatti, dei passaggi sulle scale dove si potrà portare la bici a mano».
Certo, sentire di parlare di democrazia dello spazio e non di democrazia tra cittadini e amministrazione ha veramente del paradossale. Un progetto avversato da molti cittadini ed associazioni varie a causa delle troppe lacune, di fronte ad un’ amministrazione che non sente i propri cittadini e un sindaco che cerca di farla da padrone per i prossimi 4 anni. Se è così durerà poco perché crediamo che molti cittadini stiano rimpiangendo il voto dato lo scorso anno, ma anche alcuni dei politici che appoggiarono De Angelis ed oggi si trovano davanti un film completamente diverso.
A proposito di politici che appoggiarono l’attuale sindaco, registriamo la critica presa di posizione di Fratelli d’Italia, partito che candidò suoi esponenti cittadini di rilievo fra le liste di De Angelis, ma non presenti in Consiglio comunale. Questa la nota diffusa dal portavoce cittadino Aurelio Bruni: «L’imminente realizzazione della pista ciclabile rischia di essere la pietra tombale sul centro di Avezzano. Da più parti riceviamo sollecitazioni ad intervenire sulla vicenda che appare come un progetto frettoloso e sicuramente inviso alla maggioranza di commercianti e residenti e che, probabilmente, non gode di ampio sostegno all’interno della stessa amministrazione comunale. Alla forzatura che si sta compiendo viene applicato il marchio del “cambiamento” come se si fosse costretti allo stravolgimento per valorizzare il presente. Il grido d’allarme – scrive Bruni – lanciato dai commercianti, a cui rinnoviamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà, è rimasto inascoltato ed il loro coinvolgimento a pochi giorni dalla partenza dei lavori ci è apparso più come una presa in giro piuttosto che un gesto di considerazione. Si parla del fatto di realizzare qualcosa per non perdere dei finanziamenti ma restiamo convinti che non bisogna fare per forza rischiando di commettere errori irrecuperabili. Già i cantieri in contemporanea – continua – sulle due principali piazze della città hanno costretto molte famiglie avezzanesi ad un’estate di passione, in piazza Risorgimento nelle ore più fresche è facile assistere a diverbi e discussioni accese fra anziani che cercano tranquillità e genitori di bambini che da qualche parte dovranno pur giocare, l’apertura del terzo cantiere rischia di far diventare la situazione insostenibile. Sulla questione, infine, del cambio di mentalità che cerca di imporre la nuova pista ciclabile ci chiediamo se non fosse stato meglio adottare politiche che incentivassero l’utilizzo di quella già esistente nella zona nord dove passa una bicicletta ogni mezza giornata. Credevamo che potesse servire da monito, non è stato così. Ma forse – conclude Bruni – in quella zona è già stato deciso di spostare il mercato del sabato, a dispetto delle finte marce indietro in molti sono già d’accordo e finiranno per farlo, anche se fanno finta di non saperlo».
Sulla questione interviene con una dura riflessione il consigliere di opposizione, ed ex assessore all’ambiente, Roberto Verdecchia: «Nessuno la voleva, ma verrà a breve e con quali prospettive? Costo benefici, la storia dovrebbe insegnare qualcosa: sicura 1 del Floris 2 ne è stata la più lampante dimostrazione, denari pubblici inutilmente spesi, per un bene utilizzato da pochissimi, primavera inoltrata, estate ed inizio autunno e lasciata abbandonata li; sicura 2 seconda parte, devastante per la città e tutti i cittadini, meno parcheggi meno entrate per le casse comunali (danno erariale a parte), ed utile a chi? Quelli che vanno in bicicletta – prosegue – potranno usufruire ugualmente e lecitamente delle strade cittadine senza lamentarsi di nulla visto che nessun sinistro degno di nota è riportato negli ultimi dieci anni della nostra cronaca, quindi a chi servirà? Senza contare la totale mancata concertazione con le associazioni di categoria, non solo la mobilità sostenibile, ma tutte le categorie di cittadini che a vario titolo saranno coinvolte, quali i commercianti, che solo oggi hanno capito la vera differenza tra la democrazia con il dialogo e la democrazia vestita in forma dittatoriale e menzognera, che oltre un anno fa per accattivarsi i voti promettevano il mantenimento dello status attuale delle cose e dopo aver ottenuto il potere, ignorando le regole del vivere civile, impongono a tutti il loro dictat . Allora – conclude il consigliere Verdecchia – vanno fatti due moniti: che quando si va al voto, si sceglie sempre il certo per l’incerto; l’altro: ma un atto di umiltà amministrativo e dire abbiamo sbagliato con un atto in autotutela no? Certo, sarebbe troppo per chi non ha dignità ma solo arroganza».