AVEZZANO – Non c’è pace per la sanità marsicana. Oltre ai guai, tanti e tutti lontano dall’essere curati e guariti, dell’ospedale di Avezzano e degli altri nosocomi, ora anche il privato inizia ad avere problemi. Nella fattispecie la Clinica Ini di Canistro che si è vista bloccare i pagamenti delle prestazioni erogate, da febbraio 2018, dalla Asl a causa della rimodulazione della convenzione. Una decisione che ha avuto come immediato contraccolpo il blocco dei pagamenti da pare della Asl e, di rimbalzo, ora le difficoltà con i dipendenti. Il personale, con le sigle sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil, ha quindi esaminato la situazione dopo aver condotto incontri e chiesto trattative, arrivando oggi a proclamare lo stato di agitazione che permarrà sin quando no si sbloccherà la co0mplessa vicenda aziendale e di lavoro. Questa la nota ufficiale emanata dai sindacati e dal personale della clinica rovetana:
«Le scriventi organizzazioni sindacali comunicano che è stato indetto lo stato di agitazione del personale della Casa di Cura Divisione Ini Canistro S.p.A. e che sono state attivate le procedure di raffreddamento e conciliazione ai sensi e per gli effetti della vigente normativa – Legge 146/1990 e smi, in quanto, a seguito di un incontro tenutosi in data 26/04/2017 con la Direzione della predetta struttura, nel corso della quale le scriventi organizzazioni sindacali sono state portate a conoscenza di criticità derivanti dalla rimodulazione, in struttura Monospecialistica di Ortopedia, dell’assetto e della conformazione della Clinica. Tale rimodulazione ha generato la sospensione dei pagamenti da parte della ASL delle prestazioni sanitarie.
Nella stessa riunione è stato riferito che la rimodulazione dell’assetto e della conformazione della Clinica produrrebbe una eccedenza di personale, stigmatizzata dalle organizzazioni sindacali che, connessa alla sospensione dei pagamenti – operativa dal mese di febbraio 2018 – , produce ritardi nei pagamenti degli stipendi dei dipendenti e dei collaboratori.
Successivamente, in data 06/07/2018, la Direzione delle Risorse Umane della Casa di Cura ha comunicato alle scriventi organizzazioni sindacali ed ai lavoratori che l’esito dell’incontro avuto in Regione, non è stato positivo, e che, pertanto, non è stato possibile rimuovere tempestivamente il blocco amministrativo che ha sospeso – da febbraio 2018 – la remunerazione corrente delle Prestazioni Sanitarie erogate e ritenute, tra l’altro, legittime e appropriate dalla stessa Asl.
Di conseguenza, l’Ini di Canistro ha dichiarato di non poter rispettare il termine previsto per la corresponsione degli stipendi.
Per risolvere positivamente la questione, la stessa Ini, ha comunicato che, da parte dei dirigenti regionali è stata prospettata una soluzione mediante un atto che sblocchi definitivamente la situazione e superi questa fase d’emergenza.
A seguito della situazione sopra esposta, le scriventi organizzazioni sindacali hanno richiesto un incontro urgentissimo all’Assessore Regionale alla Sanità, al Responsabile del Dipartimento per la Salute e il Welfare della Regione Abruzzo, al Direttore Generale ASsl n° 1 di Avezzano – Sulmona – L’Aquila, al al Direttore Amministrativo Asl n° 1 Avezzano – Sulmona – L’Aquila, al Direttore Sanitario Asl n° 1 di Avezzano – Sulmona – L’Aquila ed alla Direzione della Ini Canistro, al fine di affrontare la problematica relativa al pagamento degli stipendi dei lavoratori della Ini di Canistro, che, a tutt’oggi, è rimasta priva di riscontro.
Tanto premesso le scriventi hanno ritenuto necessario ed opportuno, al fine di tutelare i diritti dei lavoratori nel percepire la giusta retribuzione per il lavoro svolto, proclamare lo stato di agitazione del personale chiedendo, secondo quanto previsto dalla vigente normativa sui servizi pubblici essenziali, la convocazione da parte del Prefetto della Provincia dell’Aquila di tutte le parti interessate ed in primis la Regione Abruzzo, al fine di ricercare in tempi brevissimi, le necessarie soluzioni.
Le scriventi organizzazioni sindacali continueranno le azioni di lotta a difesa dei lavoratori fino alla positiva e definitiva risoluzione della vertenza».