TAGLIACOZZO – Ha vessato per oltre dieci anni, sotto l’effetto dell’alcol, moglie e figlia minore, un decennio di incubi ora interrotto dal provvedimento del Gip di Avezzano e dall’azione dei Carabinieri.
Una donna di Sante Marie, infatti, nelle scorse settimane ha avuto la forza, col sostegno del Centro Antiviolenza “Casa delle Donne della Marsica” di denunciare tutte le violenze ripetute e portate anche sulla figlia, in oltre un decennio di convivenza , da parte del marito. Il quarantunenne, di Sante Marie, stamattina, è stato raggiunto dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Tagliacozzo, agli ordini del Capitano Silvia Gobbini, che hanno dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari nei suoi confronti, provvedimento emesso dal Gip di Avezzano, Anna Carla Mastelli, su richiesta del Pm Lara Seccacini, a conclusione delle indagini dalla Procura ai Carabinieri di Tagliacozzo.
L’uomo è indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza sessuale in danno della coniuge. Reati che avrebbe iniziato a commettere dall’inizio della convivenza ultradecennale. Moglie e figlia sarebbero state sottoposte a continue vessazioni morali e fisiche. Gli episodi che sono stati portati all’attenzione degli inquirenti, e oggi contestati all’indagato, si sarebbero verificati sotto l’abituale uso di sostanze alcoliche che ne hanno alterato le condizioni psicofisiche. In particolare le vittime, stando a quanto emerso dalle indagini, sarebbero state costrette a subire ogni tipo di umiliazioni, minacce ed offese, nonché serrati controlli circa le frequentazioni esterne all’ambito familiare, tanto da relegarle in casa e costringendole ad assumere un atteggiamento di sottomissione.
La moglie dell’odierno arrestato, quindi, giunta ad un punto pericoloso di questa vicenda, ha trovato il coraggio di rivolgersi alle Autorità di Polizia ed al Centro Antiviolenza “Casa delle Donne nella Marsica”. Quest’ultimo ente, di concerto con gli organi investigativi, ha garantito un continuo sostegno psicologico alle vittime, quindi l’allontanamento protetto dell’intero nucleo familiare proprio al fine di evitare conseguenze ben più gravi.
Nel corso delle investigazioni, che hanno visto il ricorso anche ad attività d’iniziativa della polizia giudiziaria, l’indagato, durante una perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di un’arma modificata, utilizzata per porre in essere le intimidazioni contestate. Il provvedimento cautelare prevede l’obbligo, per l’indagato, di permanere in casa in regime degli arresti domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
P.L.P.