AVEZZANO – Dopo lo psicologo per i gli animali, è arrivato il momento di quello per gli alberi. Infatti, escludendo che le piante della città siano tutte malate e tanto meno malmesse a causa di potature discutibili, resta solo l’ipotesi che le cadute di alberi e grossi rami sulle auto in sosta lungo le vie della città sia da imputarsi ad una mania suicida delle suddette piante ornamentali della città. E pensare che dovrebbe essere il contrario se pensiamo alla Silvoterapia, un’antichissima arte celtica che aiuta a ritrovare l’equilibrio sfruttando l’energia positiva degli alberi.
La nuova tragedia, dopo quella del Castello Orsini e altre ancora sulle vie del centro, è avvenuta lungo via Veneto, nei pressi della ex sede Sip, per i ragazzi e coloro che hanno meno di 40 anni, la vecchia società dei telefoni, la madre della Telecom, per capirci.
L’insano gesto è stato compiuto da un grosso ramo di un albero intorno alle 20,30. Forse non ha retto alle estirpazioni forzose avvenute in via Corradini, dopo aver a fatica retto per quelle in Villa Torlonia ed altre zone. Così ha deciso di farla finita e, ieri sera, giù, senza pensarci oltre, è crollato finendo in parte su una automobile.
Lo piangiamo, come i suoi fratelli di via Corradini, quelli abbattuti con la scusa di essere malati, da parte della politica, più semplicemente perché, come ha pubblicamente spiegato l’ingegnere che ha redatto il progetto della nuova piazza Risorgimento con piscina annessa, “interrompevano la continuità prospettica del centro dalla cattedrale verso l’orizzonte”. E infatti adesso sarà più facile vedere le nidificazioni delle aquile sul Monte Velino.
Ci piace concludere questa storia con un noto, e forse abusato, detto degli indiani d’America: «Quando avrete abbattuto l’ultimo albero, quando avrete pescato l’ultimo pesce, quando avrete inquinato l’ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro». Ma d’altronde in un’epoca in cui si parla di vita ma non se ne ha rispetto in modo così plateale, noi che parliamo di alberi evidentemente susciteremo solo molta ilarità. Ma si sa, ride bene chi ride ultimo.